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LA CRISI MONDIALE DELL'INDUSTRIA AUTOMOTIVE E LE PERSONE IN CERCA DI OCCUPAZIONE

La crisi economica mondiale, amplificata dalla pandemia e dalla conseguente instabilità geopolitica, ha scosso profondamente l’intero sistem...



La crisi economica mondiale, amplificata dalla pandemia e dalla conseguente instabilità geopolitica, ha scosso profondamente l’intero sistema industriale. La crescente incertezza economica, unita alla crisi energetica e alle difficoltà nei settori produttivi, sta mettendo a dura prova la competitività delle imprese e, al contempo, il futuro dei lavoratori. Un settore particolarmente colpito è quello automotive, in prima linea nella transizione verso la mobilità elettrica, ma anche in grave difficoltà a causa di questa trasformazione epocale.

L'INDUSTRIA AUTOMOTIVE E LA SFIDA DELLA TRANSIZIONE VERSO L'ELETTRICO

Il settore automotive sta attraversando una fase di cambiamento senza precedenti, dovuto principalmente alla transizione verso l’elettrico. Le case automobilistiche e i fornitori di componenti stanno adeguando le proprie linee produttive e investendo in nuove tecnologie, ma questo processo comporta anche significativi tagli occupazionali e la necessità di riqualificare i lavoratori.

Nel passaggio dalle motorizzazioni tradizionali a quelle elettriche, l’industria sta affrontando sfide legate non solo alla reconversione tecnologica, ma anche al mantenimento dei livelli occupazionali. Diverse aziende, in particolare quelle più piccole, non sono riuscite a tenere il passo con i cambiamenti e hanno dovuto ridurre il personale, con il rischio di perdere professionalità e competenze consolidate. La transizione energetica, se non accompagnata da adeguate politiche industriali, rischia di avere conseguenze devastanti per migliaia di lavoratori che si trovano senza un posto di lavoro stabile, nonostante la crescita di un mercato che, almeno teoricamente, dovrebbe offrire nuove opportunità.

LA PROBLEMATICA DEL LAVORO PRECARIO E LA RICERCA ATTIVA

In parallelo alla crisi che colpisce l’industria, ci troviamo ad affrontare un mercato del lavoro sempre più fragile e incerto. Mentre molte aziende ricorrono a soluzioni di lavoro precario per contenere i costi, sempre più persone si trovano a cercare un'occupazione che garantisca sicurezza e stabilità. In questo contesto, la ricerca attiva del lavoro diventa un compito arduo, soprattutto per chi si trova a fronteggiare il disallineamento tra le competenze richieste dalle nuove industrie e quelle acquisite in anni di lavoro nel settore tradizionale.

Per la CGIL il sindacato deve avere un ruolo fondamentale nel garantire che la transizione non avvenga a discapito dei lavoratori. È necessario che le politiche pubbliche e aziendali si concentrino non solo sull'innovazione tecnologica, ma anche sulla formazione e la protezione occupazionale, puntando a garantire riqualificazione per coloro che rischiano di essere lasciati indietro. I lavoratori del settore automotive, ad esempio, devono poter contare su percorsi formativi che li preparino per le nuove professioni emergenti, senza subire l’impatto di una trasformazione che sembra non tenere conto delle reali difficoltà di adattamento.

CGIL SOL E LE PROPOSTE PER IL FUTURO

Stiamo chiedendo da tempo un cambiamento radicale delle politiche industriali, con l’obiettivo di tutelare i posti di lavoro e garantire che la transizione ecologica avvenga in modo giusto e sostenibile per tutti i lavoratori. Le risorse del Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza (PNRR) devono essere utilizzate non solo per promuovere l’innovazione tecnologica, ma anche per sostenere la formazione continua e la reconversione professionale, con un’attenzione particolare ai settori più colpiti dalla crisi e dalla trasformazione.

A questo si aggiunge la necessità di politiche che favoriscano una maggiore equità nel mercato del lavoro, con particolare attenzione alla riduzione delle disuguaglianze tra lavoratori stabili e precari. La precarizzazione del lavoro non è una risposta sostenibile alla crisi: è indispensabile garantire stabilità e protezione per chi sta cercando un'occupazione dignitosa. Le politiche economiche devono puntare a un riassetto strutturale del mercato del lavoro, che non solo supporti i lavoratori nei settori in difficoltà, ma offra anche nuove opportunità attraverso il rafforzamento delle politiche attive del lavoro e l’introduzione di misure per favorire l’ingresso e la permanenza dei giovani nel mercato del lavoro.

La transizione verso l’elettrico e la trasformazione del settore industriale sono necessarie per costruire un futuro più sostenibile. Tuttavia, questo cambiamento non deve avvenire a spese dei lavoratori, né deve aumentare le disuguaglianze sociali. È fondamentale che la politica industriale nazionale e internazionale venga orientata verso un modello che integri innovazione, sostenibilità e giustizia sociale, tutelando chi, in un mondo del lavoro sempre più incerto, rischia di essere lasciato indietro.

Per i lavoratori impegnati nella ricerca attiva di un’occupazione, è cruciale che le politiche pubbliche rispondano con efficacia e tempestività, per garantire opportunità di lavoro stabili, adeguate alle competenze richieste dal mercato, e soprattutto, che non li costringano a navigare in un mare di precarietà. SOL CGIL continuerà a battere su questi temi, chiedendo un futuro del lavoro che sia davvero inclusivo e sostenibile per tutti, ma soprattutto continuando ad operare nelle nostre sedi territoriali, nelle Camere del Lavoro, a sostegno e a tutela nell'orientamento al lavoro per tutte le persone che stanno affrontando la ricerca di un lavoro.