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RIFLESSIONI SU OCCUPAZIONE, COMPETENZE, STATO SOCIALE E CONTRASTO ALLA POVERTÀ

Il periodo estivo ha offerto a molti l'opportunità di riflettere sul contesto di vita, sul mercato del lavoro e sulla situazione genera...



Il periodo estivo ha offerto a molti l'opportunità di riflettere sul contesto di vita, sul mercato del lavoro e sulla situazione generale a livello europeo e mondiale. Tra le letture più stimolanti c’è stata l’opera "Il reddito minimo in azione. Territori, servizi, attori", curata da Cristiano Gori, professore ordinario di Politiche sociali presso l'Università di Trento. Il testo, che si concentra su metodi di analisi quali-quantitativi, esamina le posizioni di coloro che percepiscono il reddito minimo e di chi ne gestisce l'erogazione. Il libro è frutto di una ricerca condotta nel Nord Italia, con particolare attenzione a Piemonte, Lombardia, Veneto ed Emilia-Romagna, con l’obiettivo di analizzare l’implementazione delle politiche contro la povertà a livello locale. 

Un aspetto rilevante da considerare in questo contesto è la recente approvazione della Legge sull'autonomia differenziata da parte del Parlamento italiano, che solleva perplessità riguardo all'equità e al rispetto dei diritti di cittadine e cittadini, indipendentemente dall’origine, dal genere o dalla condizione sociale e occupazionale. Anche se a prima vista questi temi sembrano separati, in realtà sono profondamente interconnessi. Le politiche di contrasto alla povertà vengono implementate a livello locale e l’autonomia differenziata influenzerà inevitabilmente la vita delle persone che possono beneficiare del reddito minimo, misura destinata a famiglie senza risorse sufficienti per mantenere uno standard di vita accettabile. 

Diventa quindi essenziale monitorare come queste politiche saranno applicate nei territori e comprenderne gli effetti, individuando punti di forza e debolezza per orientare eventuali futuri sviluppi e cambiamenti. Il SOL, la Struttura di Orientamento al Lavoro della CGIL, lavora quotidianamente su questi temi, valutando le ricadute delle politiche sociali sulle persone e sulle comunità. In questo contesto, è importante citare la dichiarazione della segretaria confederale CGIL Daniela Barbaresi in risposta alle affermazioni della ministra Eugenia Roccella sull'Assegno unico. Tali affermazioni, considerate gravi, pongono le basi per aumentare discriminazioni nell'accesso a questa misura, in contrasto con le richieste della Commissione europea di rimuovere i criteri discriminatori che limitano l’accesso all’Assegno unico a tutte le cittadine e i cittadini. 

La CGIL ha evidenziato da tempo queste criticità. Dai colloqui con chi accede ai SOL territoriali emerge chiaramente come le restrizioni sull'Assegno unico colpiscano soprattutto donne monoreddito con figli minori, sia comunitarie che extracomunitarie, le quali si trovano private della possibilità di fare domanda per il sostegno. Nell'attività del SOL CGIL, raccogliamo quotidianamente istanze da parte di cittadine e cittadini italiani e non, che condividono i principi costituzionali di equità, partecipazione e impegno nello studio e nel lavoro. Le scelte dei governi e delle amministrazioni locali, che spesso fanno affidamento su misure temporanee e bonus, risultano insufficienti e creano esclusione. 

Questo alimenta l’impressione che tali politiche siano strumenti di propaganda piuttosto che soluzioni durature e coerenti alle esigenze reali della popolazione. Un altro punto cruciale riguarda il lavoro delle operatrici e degli operatori sociali, spesso precari e poco riconosciuti nonostante il loro impegno quotidiano con le persone in difficoltà. L’Osservatorio CNEL ha evidenziato le grandi disparità tra amministrazioni locali: alcune investono risorse minime nel welfare, mentre altre destinano quasi 600 euro pro capite, con conseguenze significative sulla qualità dei servizi offerti. La frammentazione e la continua modifica delle misure di sostegno, come il passaggio dal Reddito di Inclusione al Reddito di Cittadinanza e ora all'Assegno di Inclusione, aggrava la situazione, rendendo ancora più complesso il lavoro per chi si occupa di assistenza sociale. Con l'entrata in vigore della legge sull’autonomia differenziata, sarà fondamentale osservare il rapporto tra i Livelli Essenziali delle Prestazioni (LEP) e le risorse destinate ai servizi sociali. 

Al momento, ci sono molti professionisti qualificati, come gli assistenti sociali, che non trovano impiego, nonostante la loro competenza sia essenziale sia per il supporto alle persone che per la gestione delle risorse e dei fondi pubblici, a partire dall’attuazione del PNRR. Il SOL CGIL collabora costantemente con le operatrici e gli operatori sociali, riconoscendone il prezioso contributo. Il nostro impegno quotidiano è sensibilizzare le cittadine e i cittadini sui loro diritti, sostenendo il principio di un lavoro stabile, sicuro e dignitoso, giustamente retribuito, fondato su contrattazione e giustizia sociale. Le politiche pubbliche devono essere orientate all’assunzione e alla qualificazione dei lavoratori, garantendo opportunità a giovani, donne e altre categorie svantaggiate, per promuovere una società più giusta e coesa.