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TRAGEDIA A LATINA: LA MORTE DI SATNAM SINGH E LA CRISI DEL LAVORO IN ITALIA

La recente tragedia a Latina, in cui ha perso la vita Satnam Singh , un lavoratore agricolo di origine indiana, ha portato nuovamente alla l...



La recente tragedia a Latina, in cui ha perso la vita Satnam Singh, un lavoratore agricolo di origine indiana, ha portato nuovamente alla luce una serie di questioni profonde e dolorose riguardanti lo stato del lavoro in Italia. Questo evento non è solo un dramma umano, ma anche un simbolo delle condizioni spesso inumane in cui molti lavoratori, specialmente stranieri, si trovano a operare nel nostro Paese.

Satnam Singh era uno dei tanti braccianti agricoli che lavorano duramente nei campi italiani, spesso in condizioni estreme e per salari miseri. Mentre utilizzava un macchinario perde un braccio e anziché essere soccorso, viene buttato in strada. Muore il giorno successivo dopo atroci sofferenze. La sua morte rappresenta non solo una perdita per la sua famiglia e la sua comunità, ma anche un grido di allarme sulle condizioni di lavoro nel settore agricolo italiano e non solo.

Il lavoro irregolare e in nero è una piaga che affligge l'economia italiana.

Oltre 59 mila persone che lavorano in nero o con contratti irregolari, 200 quelle invece denunciate o arrestate per sfruttamento. Sono i numeri forniti dalla Guardia di Finanza nel corso di controlli durati 17 mesi. Un bilancio pubblicato dalle Fiamme gialle in occasione del loro 250esimo anniversario e dal quale emerge inoltre che sono stati scoperti 8.743 evasori totali, soggetti o imprese completamente sconosciute al fisco, e sono stati sequestrati 8,3 miliardi di beni profitto dell'evasione.

Dati che immaginiamo sottostimati rispetto alla realtà, in quanto si tratta solamente dei casi che le forze dell’ordine sono riusciti a scoprire, tanto che l’Osservatorio Placido Rizzotto della Flai CGIL sul caporalato e le agromafie ha stimato che in Italia ci sono 230 mila lavoratori del settore ortofrutticolo italiano che lavorano sotto un regime di caporalato, senza alcun tipo di contratto e diritti. 

La guardia di Finanza evidenzia il lavoro fatto attraverso i controlli sul fronte della lotta al lavoro nero, con il dato che vede un incremento del 32% dei casi venuti alla luce dall’inizio del 2023 al 31 maggio scorso rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente. Rimane però il fatto che, per responsabilità di diversa natura, i controlli rimangono insufficienti al fabbisogno e a dimostrarlo è quanto emerso in provincia di Latina con la morte di Satnam Singh, il lavoratore indiano abbandonato davanti casa dal suo datore di lavoro insieme al suo braccio tranciato da un macchinario: il padre del datore di lavoro, che già aveva parlato di una leggerezza di Satnam che ricade sulle spalle di tutti, era indagato da cinque anni per caporalato. E’ più che evidente che in quella azienda agricola erano necessari controlli che però non sono mai stati realmente effettuati.Simona Ciaramitaro – Collettiva.

Il caporalato poi è una forma di sfruttamento che ancora oggi persiste in molte aree agricole italiane. Questo sistema, gestito spesso da intermediari senza scrupoli, costringe i lavoratori a condizioni di vita e lavoro disumane. I "caporali" reclutano manodopera a basso costo, spesso tramite minacce e coercizione, mantenendo i lavoratori in uno stato di costante ricattabilità. Le condizioni di sicurezza nei campi sono spesso inadeguate. L'assenza di misure protettive e di adeguata formazione mette a rischio la vita e la salute dei lavoratori. Inoltre, la connivenza con le organizzazioni criminali esaspera queste problematiche. La criminalità organizzata trova terreno fertile in questo sistema di sfruttamento, traendo profitto dalla vulnerabilità dei lavoratori.

Le responsabilità del governo e dello stato in questa situazione sono gravi e innegabili. La mancanza di controlli efficaci, di politiche di prevenzione del lavoro nero e di interventi mirati per combattere il caporalato sono segnali di una negligenza istituzionale. Le leggi esistenti spesso non vengono applicate con rigore, e le sanzioni per chi viola i diritti dei lavoratori sono insufficienti.

Siamo convinti, come SOL CGIL, che i sindacati possano svolgere un ruolo cruciale nell'affrontare queste problematiche. Attraverso la contrattazione collettiva, la promozione dei diritti dei lavoratori e la denuncia delle condizioni di sfruttamento, le organizzazioni sindacali possono contribuire a migliorare le condizioni di lavoro, ma è necessario un maggiore supporto da parte delle istituzioni e una collaborazione più stretta tra governo e organizzazioni non governative per ottenere risultati concreti.

Sono necessari interventi decisi e mirati.

Rafforzamento dei Controlli: Aumentare il numero di ispettori del lavoro e migliorare l'efficacia dei controlli sul territorio.

Leggi Più Severe: Introdurre pene più severe per chi impiega lavoratori in nero o pratica il caporalato.

Supporto ai Lavoratori: Creare canali di supporto e denuncia per i lavoratori sfruttati, garantendo loro protezione e assistenza legale.

Campagne di Sensibilizzazione: Promuovere campagne di sensibilizzazione per informare i lavoratori dei loro diritti e delle risorse a loro disposizione.

Collaborazione Internazionale: Collaborare con i paesi di origine dei lavoratori migranti per prevenire lo sfruttamento e garantire una migrazione sicura e regolamentata.

La morte di Satnam Singh non deve essere vana. Questo tragico evento deve servire come catalizzatore per un cambiamento reale e duraturo nelle politiche del lavoro in Italia. Solo attraverso un impegno collettivo e determinato possiamo sperare di costruire un futuro più giusto e sicuro per tutti i lavoratori.