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ORIENTARE ALLA “PROFESSIONE OBIETTIVO”

La ricerca di lavoro attiva rappresenta la fase di inizio di un percorso di orientamento ma anche la sua naturale evoluzione e quindi occorr...



La ricerca di lavoro attiva rappresenta la fase di inizio di un percorso di orientamento ma anche la sua naturale evoluzione e quindi occorre procedere con una bussola, sempre orientati verso un un obiettivo il più specifico possibile.

Molto spesso, infatti, alla domanda sul tipo di lavoro che si ricerca si rischia di cadere nel calderone del tutto e niente, accontentandosi del cerco qualunque cosa.

I motivi sono di diversa natura, ma quello più comune è la mancanza di una “Professione Obiettivo”, cioè non avere ben identificato un obiettivo che professionalmente si vuole raggiungere. Bisogna tenere ben presente che nelle fasi di identificazione, orientamento e visione che diamo alla nostra vita ed al nostro futuro lavorativo, dobbiamo valorizzare la giusta propensione personale, che identifichiamo con il nome tecnico di abilità e capacità, le conoscenze acquisite nei vari percorsi formativi frontali, classici e non formali, in aggiunta alla pratica applicazione possono ben concorrere a farci comprendere la giusta strada da perseguire.

In altri casi può succedere di trovarsi in una situazione differente, in cui anche se ben chiara la classica aspirazione personale, si viene presi da un desiderio di “sperimentazione” che rischia di riversarsi in ambito professionale: in buona sostanza ci si vuole testare, buttarsi con consapevolezza o meno per capire fin dove ci si può spingere, o se alcuni lavori facciano al caso nostro.

In questo caso il rischio più alto è quello di entrare in una spirale di tentativi che porterà nel medio o lungo periodo a perdere di vista una crescita professionale e di qualità, alla quale si arriva grazie al ricorso ad un processo di formazione permanente durante l’arco della vita, “Life Long Learning”, rischiando di entrare in un vortice di “precarietà”, rovinoso effetto delle politiche di estrema flessibilità del mercato del lavoro.

Un buon primo passo, per evitare queste situazioni, è quello di prendere in considerazione le potenziali attività lavorative facendo una selezione per “settore merceologico” di appartenenza, anche con l’aiuto di alcuni siti di mappatura delle professioni lavorative. In questo modo si ha l’opportunità di rispondere, in maniera chiara, a quella che deve essere una congruità tra le aspirazioni personali e le qualifiche che nel tempo si sono costruite.

Un buon processo di orientamento deve tenere presente un'analisi preventiva e rispondere, con coerenza ed efficacia, a quelle che sono le nostre aspirazioni, che come abbiamo definito devono incrociare una diversità di fattori sia interni sia esterni.

Il giusto processo può accompagnare, in maniera più fluida, le transizioni lavorative e, in generale, tutti i processi di cambiamento. Bisogna sempre muoversi ricordando di fare un primo focus su quelli che sono i propri punti di forza e quelli di debolezza (sui quali lavorare con costanza per un miglioramento), acquisire consapevolezza sulle competenze (trasversali, personali e tecniche), ricercare strumenti che riescano nei vari periodi ad agevolare l’acquisizione di nuove conoscenze da spendere all’interno del mercato del lavoro.

L’importanza di questo processo è alla base di una buona occupabilità che risponde ad esigenze di medio e lungo periodo, andando ad incidere anche sulla sfera personale.

Saper identificare questi processi, nel mondo in rapida evoluzione, permette di migliorare ed ottimizzare la ricerca di lavoro.

I sindacalisti del SOL CGIL possono accompagnarti nel percorso di orientamento e valorizzazione delle tue conoscenze e competenze, fino ad arrivare ad una corretta individuazione dei tuoi obiettivi professionali. Contatta il SOL CGIL a te più vicino.