Page Nav

HIDE

Grid

GRID_STYLE

Right Sidebar

TO-RIGHT

Classic Header

{fbt_classic_header}

Top Ad

In evidenza

latest
//

INTERVISTA A MARIAGRAZIA NICITA, RESPONSABILE NAZIONALE SOL CGIL

Le giovani generazioni rappresentano la fascia più debole e rischiano, senza adeguati strumenti, di essere prive di quelle conoscenze utili ...


Le giovani generazioni rappresentano la fascia più debole e rischiano, senza adeguati strumenti, di essere prive di quelle conoscenze utili in un mondo del lavoro in continua evoluzione.

Ascolto, dialogo, orientamento diversificato per una giusta consapevolezza all’accesso al mondo del lavoro rappresentano un metodo che si rivela vincente se agito con una visione valoriale e che mette il capitale umano al centro della discussione.

I Sindacalisti dell’Orientamento al Mercato del Lavoro intervistano Mariagrazia Nicita, Responsabile SOL CGIL Nazionale, ponendo l’attenzione sulla necessità di rivalutare una generazione verso la quale il Sindacato ha il dovere di agire un dialogo nuovo, strutturato e che faccia percepire la formazione continua come un baluardo da cui partire per un lavoro di qualità.

I giovani che oggi si affacciano al mondo del lavoro, o sono già all’interno muovendo i primi passi, sono spesso disorientati da un contesto, anche normativo, in continua evoluzione: essere consapevoli rispetto alle tipologie contrattuali che vengono proposte è molto importante anche nell’ottica di un continuo miglioramento. Quale consiglio sentiresti di dare per un giusto orientamento ed una giusta consapevolezza?

Oggi, più di ieri, essere giovani, studenti o muovere i primi passi all’interno del Mondo del Lavoro non è per nulla facile e banale: da qui la sfiducia sempre crescente nelle Istituzioni e nel principio del lavoro quale strumento di dignità e di cittadinanza.
Ecco perché siamo alle prese, negli ultimi anni, con due grandi fenomeni sociali: da una parte un forte senso di scoraggiamento relativo alla possibilità che il lavoro e il suo contesto primario, così come sancito dalla Costituzione, svolga il suo ruolo di strumento di realizzazione individuale, familiare e sociale, dall’altra parte una mancanza, che si traduce in disorientamento, rispetto ad una giusta informazione sul mercato del lavoro nel suo complesso: dalla normativa che regola accesso e permanenza fino ad arrivare alle politiche attive, strumenti indispensabili per assicurare che il lavoratore entri e permanga, in maniera qualificata e quanto più stabile possibile, all’interno del contesto lavorativo.
Informazione ed orientamento vanno di pari passo e sono imprescindibili per una giusta consapevolezza lavorativa: muovere i giusti passi permette di affrontare la “sfida lavoro” in maniera propositiva avendo validi strumenti di conoscenza di sé, del MdL e dei diritti legati all’accesso al lavoro.
Rivolgersi ai Centri per l’Impiego Territoriale, ai Centri di Formazione Accreditati e ai SOL Territoriali è un ottimo modo per iniziare un processo di consapevolezza ed essere sempre informati.

Concludere il ciclo di Istruzione Secondaria Superiore rappresenta un primo passo nell’ottica dell’acquisizione delle giuste conoscenze per inserirsi nel mondo del lavoro. Il concetto di LifeLong Learnig o meglio “Educazione per tutto l’arco della vita” è il perno per una occupazione di qualità: essere al passo con le conoscenze specifiche ed avere le competenze tecniche per gestire e governare i continui cambiamenti nei processi lavorativi ed essere ben occupabili è essenziale, anche, per una valorizzazione dei lavoratori.

Aggiornare costantemente le competenze e aggiornare il bagaglio delle conoscenze personali è il concetto chiave su cui si basa la LifeLong Learning.
Apprendimento personale inteso come un processo dinamico che si adatta non solo alle abilità, alle motivazioni individuali ed alle conseguenti aspirazioni, ma anche agli eventi interni o esterni che ci obbligano ad un cambiamento, spesso anche radicale, e che porta a delle trasformazioni.
Quanto detto si declina, spesso, come obiettivo di modifica dell’insieme delle competenze per adeguarle a delle migliori o nuove esigenze occupazionali. In buona sostanza si intende una promozione dell’apprendimento costante e durante tutto l’arco della vita.
La caratteristica principale è quella di essere una formazione extrascolastica o comunque fuori dal contesto didattico ordinario, che oggi ricopre un ruolo di primo ordine all’interno di una idea di occupazione di qualità.
Parlare di adeguamento e aggiornamento del bagaglio conoscitivo vuol dire sapersi adeguare ed andare contestualmente a dei processi lavorativi che viaggiano velocemente e rischiano, se non governati, di estromettere “di forza” i lavoratori dal sistema produttivo.
Ecco che diventa necessaria l’arma della conoscenza come strumento di nuova occupazione.

Richiamando l’idea del contesto di flessibilità, che molto spesso di traduce in precarietà e fuoriuscita dal contesto produttivo, sapersi aggiornarsi, riqualificarsi e coltivare il capitale professionale diventa, inoltre, indispensabile per avere nuove e maggiori opportunità di reinserimento nel mondo del lavoro.

Per chi il lavoro lo ha entra in gioco il Fondo Nuove Competenze (FNC) che sostenendo le imprese nel processo di adeguamento ai nuovi modelli organizzativi e produttivi ed offre l’opportunità di attività formative per i lavoratori al fine di acquisire nuove o maggiori competenze e per dotarsi degli strumenti utili per adattarsi alle nuove condizioni del mercato di lavoro.

Orientare ad una consapevolezza lavorativa i più giovani, soprattutto chi si trova inserito in un percorso di studi, vuol dire anche “educare alla legalità” ed “educare ad una consapevolezza e tutela individuale”. Quanto è importante dialogare con le fasce più giovani iniziando dal mondo dell’istruzione?

Gli studenti, ed in generale i giovani, non solo sono la garanzia del nostro futuro, ma sono in linea di principio il primo capitale umano da tutelare.
Negli ultimi anni, purtroppo, soprattutto la politica ha fatto riferimento alle nuove generazioni in modo non pienamente positivo, esprimendo l’idea che abbiamo a che fare con una fascia generazionale che non vuole realizzarsi e non ha prospettive per il proprio futuro, senza chiedersi se di questi ragazzi si conosce abbastanza. È per me una visione distorta e non vera.
Abbiamo a che fare con coloro che in linea diretta si trovano a pagare le politiche passate di flessibilità e di precarizzazione del Mercato del Lavoro nel suo insieme: sono i primi ad essere schiacciati da una morsa stringente alla quale difficilmente trovano rimedio.
Il dialogo, che pone le sue basi nell’ascolto consapevole è il primo tassello per poter arginare questo divario che oggi rischia di lasciare un vuoto non colmabile: bisogna essere vicini a quella fascia di popolazione dando loro gli strumenti per realizzare il proprio futuro e la propria vocazione partendo dalla scuola e la formazione, e da un mercato che, ribadiamo, non li valorizza. Per questo si parla di una forte migrazione all’estero dei nostri giovani dove vengono valorizzati, riconosciute competente e capacità, e una retribuzione più che dignitosa rispetto a proposte similari che potrebbero ricevere in Italia ma con contratti precari o non adeguati al ruolo.
Ecco, allora, che costruire un dialogo con coloro che si trovano ancora inseriti nel sistema di istruzione è fondamentale per creare le basi per una consapevolezza che porti significato e valorizzare al lavoro, attraverso la Costituzione, il presidio delle nostre Camere del Lavoro che diffusamente presenti nei territori sempre pronti a sostenerli quando usciranno dalla scuola sia in maniera collettiva che individuale, perché assieme possiamo costruire un futuro migliore.