In vista della settimana Europea per salute e sicurezza sul lavoro, che si svolgerà dal 24 al 30 ottobre 2022, ci confrontiamo sull’esperien...
In vista della settimana Europea per salute e sicurezza sul lavoro, che si svolgerà dal 24 al 30 ottobre 2022, ci confrontiamo sull’esperienza di RLS nel settore privato negli anni del D.Lgs. 626/94 con Valeria Podrini, responsabile SOL CGIL del Trentino e formatrice di giovani e adulti nei luoghi di
lavoro (TU 81/2008 e DI 13/2013).
lavoro (TU 81/2008 e DI 13/2013).
Iniziamo dalla Manifestazione unitaria del 22 ottobre scorso a Roma. Cosa ne pensi?
Sono soddisfatta che ogni giorno la CGIL ribadisce la necessità di un maggiore impegno informativo, formativo e strategico-aziendale per ridurre, azzerare gli incidenti, infortuni e morti sul lavoro.
Azzerare gli incidenti è (forse) impossibile ma i morti sul lavoro, SI! Deve essere un obiettivo culturale e di cittadinanza, per tutti. Nel dire tutti, intendo che ognuno è responsabile – direttamente e indirettamente – dell’evoluzione culturale e sociale sul tema della salute e sicurezza sul lavoro.
Ovviamente la sicurezza, come la legalità , deve essere garantita dalle imprese e dai datori di lavoro che sono responsabili dell’intero processo e delle procedure ma ciascuno, a qualunque titolo, può e dovrebbe fare la propria parte.
La Manifestazione del 22 ottobre a Roma è importante sia per l’impegno sociale e collettivo che per la responsabilità politico-sindacale: salute e sicurezza sul lavoro si confermano due dei pilastri sui quali si incardina l’unità sindacale tra le tre Organizzazioni confederali maggiormente rappresentative: CGIL, CISL e UIL.
Qualche esempio?
Ricordo lo stato di attesa che abbiamo vissuto per il (faticoso) percorso dei tre Segretari Generali confederali presenti al tavolo delle trattative con il Governo, durante il lockdown: l’impegno e la competenza delle rappresentanze sindacali unitarie, sono state determinanti per il confronto e la sottoscrizione del Protocollo salute e sicurezza per la tutela delle lavoratrici e dei lavoratori che hanno proseguito l’attività nelle imprese all’inizio della pandemia da COVID-19, con regole per i datori di lavoro e i lavoratori che hanno salvaguardato il nostro paese dal tenere tutto fermo.
Periodo critico, complicato dall’emergenza sanitaria durata due anni, con gravi conseguenze da ogni punto di vista, dentro e fuori gli ospedali, dentro e fuori i contesti lavorativi che, ancora oggi, beneficiano di quei Protocolli specifici per macro settori. Sperando che l’emergenza sanitaria sia conclusa, dovremmo concentrare gli sforzi sul miglioramento delle condizioni di salute e sicurezza sul lavoro delle lavoratrici e dei lavoratori.
Nel 2022, con 6 mesi di distanziamenti per l’emergenza sanitaria, le difficoltà economiche e il sottodimensionamento per carenza di personale, si registrano 600 morti, 400.000 incidenti sul lavoro ed il 77% di irregolarità aziendali emerse dai controlli.
Legalità e sicurezza nel mercato del lavoro devono essere l’obiettivo della rivendicazione sindacale, culturale e sociale, priorità di confronto con il nuovo Governo per politiche e scelte condivise, oggetto della contrattazione a tutti i livelli e dei programmi scolastici, formativi e di aggiornamento dei cittadini e delle cittadine, delle lavoratrici e dei lavoratori.
Siamo nella settimana Europea per salute e sicurezza sul lavoro. Puoi dirci qualcosa in merito?
EU-OSHA e i suoi partner organizzano eventi sulla sensibilizzazione degli ambienti di lavoro sani e sicuri con l’obiettivo di sviluppare maggiore consapevolezza e gestione partecipata della salute e sicurezza sul lavoro. Nella 43^ settimana ricorre la scelta europea per la sicurezza sul lavoro: dal 24 al 30 ottobre, con impegno biennale (2020/2022), si tratterà la prevenzione dei disturbi muscolo-scheletrici legati al lavoro(MSD), suddivisa in aree prioritarie di studio.
La programmazione delle iniziative sull’ultima area “rischi psicosociali”, iniziata a settembre, terminerà a dicembre per ampliare la partecipazione e il confronto tra persone, aziende e istituzioni internazionali su “luoghi di lavoro sani, alleggerire il carico”.
Che cos'è EU-OSHA ? Di cosa si occupa?
EU-OSHA è l’Agenzia d’informazione dell’Unione Europea in materia di salute e sicurezza sul lavoro, fondata nel 1994 a Bilbao (Spagna) con l'obiettivo di contribuire a rendere i luoghi di lavoro più sicuri, produttivi e salutari, attraverso la condivisione e l'applicazione di informazioni giuridiche, sanitarie e di prevenzione a livello comunitario.
L’EU-OSHA si compone di professionisti sulla sicurezza e salvaguardia della salute nei luoghi di lavoro ed è organizzata con punti focali presenti in ogni Paese membro. Per l’Italia è l’INAIL (ISPESL fino al 2010).
EU-OSHA con l'impegno rivolto allo sviluppo del quadro strategico dell’UE in materia di salute e sicurezza sul lavoro 2021-2027 ha lanciato la campagna 2023/2025 “lavoro sicuro e sano nell’era digitale” con la quale si vuole affrontare, la dimensione di genere e le esigenze di specifici gruppi di lavoratori a maggior rischio, attivando il confronto - a livello europeo e non solo - sulla diffusione del lavoro e delle professioni che operano in, con e sulla rete.
Ogni anno, in tutti i paesi membri vengono programmate iniziative, seminari, convegni per la campagna informativa e la presentazione dei report sugli studi, analisi e ricerche svolte sulla specifica tematica.
Certamente e con vero piacere. Dal 1999 ho contribuito alla realizzazione di un progetto formativo, inizialmente finanziato in un territorio provinciale e poi nell’intera Regione, per affrontare i temi della legalità e della sicurezza sul lavoro nelle scuole superiori, in particolare dal terzo anno poiché “ai miei tempi” dai 14 anni si poteva andare a lavorare e le occasioni non mancavano sia per attività stagionali che stabili ed annuali.
Stranamente oggi sembra si ripeta un periodo in cui le offerte di lavoro superano le richieste ma, su questo argomento, occorrerebbe aprire un’ampia e approfondita analisi sulle richieste da parte delle imprese, il riconoscimento e la valorizzazione delle competenze, all’applicazione contrattuale, al riconoscimento dei diritti e della dignità delle persone.
Già dagli anni ’90, alle superiori, studiavo diritto e mi interessavo alle norme sul lavoro e sul tema degli infortuni sul lavoro. Ahimè anche per eventi diretti a familiari e amici.
Ricordo bene le campagne informative della CGIL, dal 1995 in poi, sul tema dell’elezione degli RLS nelle aziende: un’innovazione introdotta dal D.Lgs. 626/1994.
Quest’esperienza ha coinvolto migliaia di studenti e studentesse che avevano l’opportunità di confrontarsi, in classe, con sindacalisti delle tre Organizzazioni confederali CGIL, CISL, UIL e i dipendenti pubblici impegnati sui temi del lavoro regolare e sicuro. Tra questi: Centro per l’Impiego, INPS, INAIL, Ispettorato del Lavoro (oggi INL), Azienda Sanitaria per la competenza UOPSAL e i Carabinieri. Ricordo con grande emozione e forte partecipazione le testimonianze che persone infortunate, a volte con gravi lesioni e postumi, associate ad ANMIL (Associazione Nazionale Mutilati e Invalidi del Lavoro) hanno reso nelle classi che ogni volta ascoltavano in modo “attento e partecipato”.
Esperienza che ricordo come un’orchestra composta da diversi elementi per un brano diretto ad un’ampia platea di giovani studenti e studentesse, cittadini e futuri lavoratori ai quali abbiamo trasmesso informazioni utili a rafforzare conoscenze e consapevolezza del valore della legalità e sicurezza sul lavoro, dei diritti e delle tutele da difendere e rivendicare.
Conosci esperienze simili in Italia che si stanno realizzando in questo periodo?
Nel tempo sono venuta a conoscenza di diverse esperienze, ad inizio ottobre ho letto con vero piacere la notizia del progetto sperimentale che si realizzerà da quest’anno scolastico a Livorno in alcune classi del primo biennio dell'ISIS "Buontalenti Cappellini Orlando”: nelle ore di educazione civica, verranno affrontati i temi di salute e sicurezza sul lavoro. L’obiettivo è l’ampliamento della programmazione didattica con la sicurezza sul lavoro come materia di studio in tutti gli istituti superiori della città di Livorno.
A mio avviso, queste sono esperienze territoriali positive che dovrebbero essere maggiormente diffuse con campagne di comunicazione e informazione rappresentando buone prassi che andrebbero sviluppate in tutt’Italia, rispettando le caratteristiche locali sia per tipologia d’impresa che settori economici maggiormente rappresentativi, ma anche per il rafforzamento delle relazioni tra istituzioni, organizzazioni sindacali e datoriali.
Sulla base di questa esperienza si rafforza senza dubbio la consapevolezza che c'è bisogno di creare una vera e propria cultura della sicurezza che parta proprio dalla scuola.