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BASTA MORTI SUL LAVORO! CGIL, UNA SETTIMANA DI MOBILITAZIONI

Il 9 ottobre di ogni anno si celebra la giornata nazionale sulle vittime degli incidenti sul lavoro e ogni anno non si vorrebbe che l’elenc...



Il 9 ottobre di ogni anno si celebra la giornata nazionale sulle vittime degli incidenti sul lavoro e ogni anno non si vorrebbe che l’elenco delle persone aumenti, ma purtroppo non è così. Un'occasione preziosa per richiamare l'attenzione su un fenomeno inaccettabile in un Paese moderno che nella Costituzione ha posto il lavoro a fondamento della vita democratica.

La CGIL, assieme a CISL e UIL, ha deciso di sensibilizzare tutti sulla necessità di fermare la strage continua delle morti e degli infortuni nei luoghi di lavoro dedicando una settimana di iniziative confederali che sono culminate nella manifestazione nazionale di Roma, di sabato 22 ottobre.

Una settimana di mobilitazioni, di assemblee nei luoghi di lavoro e nei territori, che porti oltre la sensibilizzazione a una maggiore consapevolezza e ad azioni condivise.

Le categorie in particolare hanno ragionato dal loro punto di vista le ripercussioni di tale situazioni nei loro comparti. Come ad esempio ha fatto la FILT  rispetto ai trasporti pubblici dove il tema della sicurezza riguarda sia i lavoratori che passeggeri.

La manifestazione è stata l’occasione per sensibilizzare sul tema le forze politiche appena elette a governare il Paese, stimolando riflessioni e assunzioni di un impegno per il futuro, affinché realizzino un programma di interventi che tenga conto di proposte concrete avanzate dalle OO.SS. per arginare morti, infortuni sul lavoro e malattie professionali.

Servono di conseguenza “investimenti massicci perché non possiamo più rischiare di avere 3 morti sul lavoro al giorno” è stata la dichiarazione del nostro segretario generale Maurizio Landini. È inaccettabile per tutti noi ma soprattutto per le famiglie travolte da questo tsunami.

Presupposto che per qualsiasi lavoratrice o lavoratore, giovane o adulto, lavorare non può significare mettere a rischio la propria vita, il lavoro non deve togliere ma dare. Da tempo la sicurezza nei luoghi di lavoro non riceve la giusta considerazione, dovrebbe invece rappresentare una priorità per l’Italia.

Non basta solo predisporre il Documento di Valutazione Rischi (DVR) se a questo non seguono: formazione, condivisione, attenzione, prevenzione, partecipazione, responsabilità, applicazione degli interventi di prevenzione che coinvolgano i datori di lavoro e richiedono una grande consapevolezza delle azioni che il lavoratore pone nel luogo di lavoro.

Spesso gli incidenti capitano per poca conoscenza dei rischi, per troppa sicurezza di sé e del proprio modo di lavorare, per la fretta o per i carichi di lavoro eccessivi. La formazione è l'arma vincente: solo attraverso una cultura più diffusa della sicurezza potremmo uscirne fuori dai tragici bollettini giornalieri.

Ma cosa vuol dire cultura della sicurezza? Se si riesce a far passare tutto ciò che compone la sicurezza in quel luogo di lavoro come un valore, diviene automatico che le nostre azioni saranno più coerenti al lavoro che svolgiamo, più attente ai singoli movimenti che ci apprestiamo a fare, più consapevoli di ciò che è corretto da quello che non lo è. Importante è capire, come ci insegna la neuroscienza, che dietro i propri valori si innescano i nostri comportamenti virtuosi e se una cosa è necessaria la eseguirò senza l’obbligo. Quindi azioni sicure svolte senza l’obbligo portano a dare un valore a ciò che si fa e a chi si è.

Questa è la filosofia che come Struttura dell’Orientamento al mercato del Lavoro è alla base dei nostri interventi nelle scuole. Solo negli ultimi tempi c’è un interesse su questo argomento nel circuito scolastico dovuto a una serie di incidenti mortali di studenti che, in PCTO, ex alternanza o stage, hanno perso la vita. Ma quanto accaduto ci spinge a pensare che giovani studenti in stage di poche ore non ricevono dal datore di lavoro informazioni sulla sicurezza in quell’ambiente lavorativo. Questo ci racconta anche che studenti vengono messi a lavorare a volte su macchine che richiederebbero un addestramento e che uno stagista in realtà non potrebbe utilizzare.

Continuiamo a ripetere che le esperienze degli studenti all’interno di luoghi di lavoro sono solo momenti di “orientamento e formazione in un ambiente lavorativo” che nulla hanno a che fare con il lavoro.

Con questo convincimento condividiamo con docenti e studenti attività di orientamento legate alle prime nozioni su salute e sicurezza e su una cultura di rispetto alla nostra salute, perché ogni ambiente lavorativo ha le sue prerogative che debbono essere conosciute e assimilate, a maggior ragione dai giovani.