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ACCESSO AL MONDO DEL LAVORO, INTERVISTA A MARINELLA MILIA – UDU LECCE

Il primo accesso al mondo del lavoro. È uno dei principali problemi avvertiti oggi, più di ieri, dagli studenti universitari una volta termi...


Il primo accesso al mondo del lavoro. È uno dei principali problemi avvertiti oggi, più di ieri, dagli studenti universitari una volta terminato il ciclo di studi accademici. Spesso i giovani laureati appaiono confusi e scoraggiati, di fronte al disallineamento che percepiscono tra sistema dell’istruzione, della formazione professionale e i vari strumenti alternativi e proposti dall’azienda. Un intreccio che non sempre appare rispondere a pieno alle necessità del mercato del lavoro. Sono dunque loro i primi a pagare le spese una volta terminato il percorso di studi. Di fronte all’oceano sconosciuto del mondo dell’occupazione, carico di frammentazione e confusione, possono ritrovarsi in balia delle onde.

Per dare un supporto fattivo, nel territorio di Lecce è stata avviata una progettualità che vede lavorare in sinergia la Struttura della CGIL che si occupa di Orientamento al mercato del Lavoro (SOL) insieme all’Unione degli Universitari (UDU), con l’apertura di uno sportello in Università di ascolto e assistenza in favore degli studenti. Abbiamo chiesto a Marinella Milia (Udu Lecce) qualche impressione.

Marinella, negli ultimi anni uno dei problemi che coinvolgono il sistema dell’istruzione e il mondo del lavoro è quello del mismatching scolastico: vale a dire il disallineamento tra quanto richiesto dalle imprese in termini di conoscenze, abilità e competenze, e quanto, invece, offerto da chi termina il percorso di studi. Qual è il tuo punto di vista?

La discrepanza sempre maggiore tra le competenze possedute e quelle richieste è aumentata notevolmente nel corso del tempo, soprattutto se si guarda ad un periodo storico in cui la richiesta di competenze specifiche è estremamente elevata. Credo sia un segnale forte di quella che è la necessità di un rinnovamento del mondo formativo e professionale. L’istruzione, su vari livelli, si dimostra ancora troppo incentrata su lezioni frontali e un insegnamento di stampo nozionistico, decisamente poco funzionali a sviluppare individui capaci di affrontare a pieno la crescente complessità sociale e correlata alle competenze necessarie e richieste dalle aziende. Questo comporta spesso una sorta di inadeguatezza e scoraggiamento, una volta terminato il percorso di studi. Sarebbe auspicabile partire dalla costruzione di percorsi formativi che consentano una mappatura e un orientamento strutturato e diversificato, sia scolastico sia di professione, gestiti da professionisti dell’orientamento, che possano far emergere le capacità e le attitudini dei singoli soggetti”.


Alternanza scuola-lavoro, tirocini curriculari e forme di “avvicinamento” al mondo delle imprese, nella strutturazione attuale legislativa e metodologica, si sono rivelati strumenti inadeguati e inefficienti. Dal vostro punto di vista, quale giusta sperimentazione metodologica si potrebbe ipotizzare per creare una congruità tra le conoscenze acquisite e le competenze richieste dal mondo del lavoro?

I percorsi per le competenze trasversali e per l’orientamento (Pcto), i tirocini curricolari e gli stage formativi presentano non poche criticità. Troppo spesso si configurano come esperienze fini a loro stesse e senza una vera attinenza con il percorso di studi. Inoltre basare l’intero rapporto tra mondo della scuola/università e mondo del lavoro sull’esposizione di studentesse e studenti a una realtà fatta di sfruttamento e di alienazione, senza fornire mezzi adeguati a criticare e trasformare questa realtà, risulta funzionale solamente al mantenimento dei rapporti di forza esistenti all’interno della società, incoraggiando la precarietà e la competizione. Crediamo che il rapporto tra istruzione e mondo del lavoro sia fondamentale e che sia necessario ripensare il sistema affinché questo possa garantire una reale formazione e una conseguente applicazione pratica, con un occhio di riguardo a istituti tecnici e professionali, in ambienti sicuri e con pieni diritti per chi lavora”.


Ricercare la prima occupazione è sempre più complesso. Gli attori coinvolti spesso non dialogano tra loro, pubblico e privato spesso sono disallineati. Quali progettualità, secondo te, potrebbero essere pensate in favore degli universitari e, più in generale, di chi termina il percorso di studi?

Un rapporto sinergico tra i vari attori coinvolti è sempre indispensabile al fine di garantire il pieno raggiungimento degli obiettivi. Questo tipo di logica si applica anche al grande tema della ricerca occupazionale giovanile. L’approccio al mondo del lavoro presenta tante offerte e tante incognite e spesso neolaureati e neolaureate o studenti e studentesse non sono pienamente consapevoli di cosa li aspetti, rispetto alle tipologie di contratti e alle forme di collaborazione proposte. È di estrema importanza che questo delicato percorso inizi nel migliore dei modi e che prosegua con il supporto costante di figure specializzate. Estremamente utili risultano essere servizi di orientamento che accompagnino concretamente studenti studentesse a destreggiarsi tra i molteplici passaggi necessari durante la ricerca di un’occupazione, soprattutto se tali servizi sono collocati in zone familiari per coloro a cui sono rivolti”.


Il ruolo dell’Orientamento diversificato, in aiuto alla ricerca di una prima occupazione o nella prosecuzione del percorso di studi, è molto importante. Quali buone pratiche sono state avviate in collaborazione con la Struttura dell’Orientamento al mercato del Lavoro della Cgil? E quanto si rende utile questa sinergia?

La collaborazione con SOL CGIL risulta essere estremamente importante nell’accompagnare la comunità studentesca in un percorso consapevole verso il mondo del lavoro o nella scelta/prosecuzione del percorso di studi. Nel corso degli ultimi mesi sono state portate avanti numerose iniziative e attività congiunte da Udu e Sol per consentire a studenti e studentesse di avere un primo orientamento e per chiarire molti dubbi ricorrenti. Dall’approfondimento delle modalità di accesso all’insegnamento alla formazione su una scrittura funzionale del curriculum vitae, dalla discussione sugli strumenti utili all’accesso al mondo lavorativo alla formazione relativa alla sicurezza sul lavoro, Udu e Sol stanno portando avanti un percorso estremamente utile a fornire a tutti e tutte gli strumenti adeguati per avvicinarsi ad un contesto che spaventa sin troppo la nostra giovane generazione e sciogliere i dubbi che tutte e tutti noi abbiamo sul nostro futuro”.