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SOL CGIL: L’ITALIANO PER AFFERMARE DIRITTO DI CITTADINANZA, INCLUSIONE, ACCESSO REGOLARE E SICURO AL LAVORO

Il mercato del lavoro in questa fase di riavvio delle attività agricole, turistico-ricettive, termali e degli stabilimenti balneari mette i...



Il mercato del lavoro in questa fase di riavvio delle attività agricole, turistico-ricettive, termali e degli stabilimenti balneari mette in evidenza un aspetto post pandemico che è stato probabilmente da molti sottovalutato a causa dell’impegno profuso nella resistenza all’emergenza sanitaria.

In febbraio 2022, se i dati economici e finanziari facevano registrare un piccolo miglioramento, lo scoppio di una guerra atroce nel cuore dell’Europa, che possiamo già definire tra le più gravi emergenze umanitarie avvenute degli ultimi decenni, ha stravolto nuovamente gli equilibri economico sociali.

In Italia – come in tutta l’Unione Europea - cittadini, associazioni di volontariato, terzo settore, imprese e organizzazioni umanitarie hanno attivato e moltiplicato gli sforzi per accogliere ed offrire un riparo sicuro alle persone, prevalentemente madri con figli minori.

Numerose sono state le raccolte di alimenti e risorse per finanziare il recupero delle persone in fuga dalle proprie abitazioni, città e contesti di vita e lavoro.

A livello sociale e collettivo si è moltiplicato l’impegno di volontari con lo scopo di offrire accoglienza e supporto alle persone sfollate che sono giunte (e continuano a giungere) nelle diverse zone. Fondamentale è stato, e sarà, il coordinamento tra le istituzioni nazionali e locali, il mondo dell'associazionismo, del volontariato a tutti i livelli (nazionale e locale) compresa la spontaneità dei cittadini che seppur non iscritti o associati ad alcuna organizzazione si prestano nell’accoglienza anche offrendo le proprie capacità e competenze gratuitamente e spontaneamente.

Impegno che va riconosciuto e valorizzato in quanto professionisti sanitari, scolastici, esperti nel settore della formazione e del mercato del lavoro in grado di interagire con le reti territoriali e nazionali mettendo in campo progettualità finalizzate a princìpi fondamentali per chi appartiene alla CGIL: diritti, tutele, sicurezza e regolarità occupazionale, legalità e partecipazione.

Per questo, una volta espletate le formalità per l'accoglienza e l’organizzazione di prima necessità (alloggio e sussistenza alimentare), la prima difficoltà incontrata dalle persone sfollate è la lingua italiana: conoscenza e apprendimento che richiede tempo ma rappresenta il vero ostacolo sia all'integrazione sociale che alla partecipazione e comprensione delle regole, norme e diritti a cui devono tendere.

Un secondo ostacolo che si interseca alla conoscenza della lingua è la carenza delle infrastrutture tecnologiche e la digitalizzazione che, nel nostro paese, stiamo scontando per mancanza di investimenti mirati, diffusi e capillari sia per il sistema sociale, scolastico e formativo, in particolare per adulti e stranieri, che per la digitalizzazione.

Per immigrati e profughi, nella specifica esperienza per gli ucraini, la connessione internet, specie WI-FI, è il principale canale di comunicazione con i propri cari che vivono, combattono e resistono all’invasione russa: spesso figli, mariti e padri, ma anche tante donne rimaste nei luoghi di guerra per combattere, oppure per svolgere le attività di supporto come fornire ristori a combattenti e militari, prestare i soccorsi ai feriti.

Le scuole ucraine, ove possibile per bombardamenti e resistenza strutturale, hanno garantito ai loro studenti, la prosecuzione degli insegnamenti in DAD che spesso si è integrata con la frequenza nelle nostre scuole di ogni ordine e grado.

Il problema della lingua incide sulla possibilità occupazionale delle persone, spesso con titoli di studio ed accademici elevati oltre ad esperienze professionali interessanti anche per le imprese italiane che necessitano di lavoratrici e lavoratori da assumere.

Ovviamente, prima del lavoro è necessaria la fase dell’accoglienza e dell’integrazione, ma anche la possibilità di rielaborare e cercare di superare i traumi e le esperienze personali e collettive di un popolo. All’arrivo sono tangibili i segni della fatica, dello stress e della tensione a cui sono stati sottoposti: basta una sirena d’emergenza per innescare il panico, con comportamenti ed atteggiamenti conseguenti.

La CGIL, anche con l’impegno sindacale portato avanti con progetti specifici nei territori da SOL e Ufficio Immigrati è al fianco delle persone che vivono, che scelgono il nostro paese anche per periodi di transizione occupazionale, professionale o personale. Contattateci e venite nelle nostre sedi.