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INTERVISTA A DANIELE LANNI - COMITATO GIOVANI CES

Giovani, formazione e rappresentanza sono temi centrali nell’azione Sindacale quotidiana della CGIL. Dare voce ed interconnettere le rivendi...



Giovani, formazione e rappresentanza sono temi centrali nell’azione Sindacale quotidiana della CGIL.
Dare voce ed interconnettere le rivendicazioni sono il punto di partenza per la creazione di nuovi modelli che riescano a valorizzare e mettere al centro questi temi anche in Europa, per la creazione di un sistema egualitario e collettivo.

I Sindacalisti dell’Orientamento al Mercato del Lavoro intervistano Daniele Lanni, membro del Comitato Giovani della CES, dove si pone il giusto quesito rispetto alla visione, e conseguente ruolo, che il Sindacato Europeo muove in favore di questi temi.

Aiutare i giovani ad entrare - ed a rimanere - nel mercato del lavoro è una parte essenziale delle Politiche dell'Unione Europea. Nonostante ciò le politiche perpetrate fino ad oggi non sono riuscite ancora a rendere omogenea la situazione all'interno degli Stati Membri. Cosa ne pensi riguardo? e qual è il punto di vista della CES?

Come Comitato Giovani della CES il tema della formazione permanente e dell’ingresso nel mondo del lavoro, in particolare da parte dei giovani, incrocia perennemente la nostra azione. E’ evidente in ogni nostra discussione che i modelli che attraversano la nostra Europa sono molto differenti tra loro. Ci sono fattori storici, l’incidenza maggiore o minore della disoccupazione, questioni ambientali, che ovviamente incidono e creano le differenze che tra i Paesi membri sono evidenti. Sono temi su cui riflettere, e su cui ci auspichiamo, come su molti altri ad essere sinceri, che l’UE faccia uno scatto in avanti, cercando di armonizzare le proprie politiche e cercando di garantire a tutti i cittadini europei gli stessi diritti di accesso al mercato del lavoro.


Il "passaggio occupazionale" dei giovani dal mondo dell'istruzione a quello del lavoro è ancora ostacolato da alcune sfide specifiche, basti pensare alla differenza, e spesso inadeguatezza, dei sistemi di istruzione e formazione. L'Unione Europea, nella sua Agenda, ha varato un imponente piano (Garanzia Giovani), per favorire l'occupazione specifica dei NEET. Questa Misura, nonostante positivi risvolti, non è riuscita ad arginare appieno la problematica relativa alla disoccupazione Giovanile. Quali potrebbero essere le buone pratiche da programmare ed associare nel prossimo periodo?

Garanzia Giovani ha rappresentato una opportunità sicuramente, e quando il programma è stata varato lo abbiamo valutato come un positivo sforzo promosso dalla Commissione Europea. Tuttavia negli anni successivi abbiamo dovuto prendere atto che questo programma ha preso alcune derive negative, in particolare in alcuni Paesi.

A pensarci, Garanzia Giovani è il perfetto esempio delle varie differenze che si generano nei vari Paesi membri, di cui si parlava precedentemente. Negli Stati con maggiori difficoltà occupazionali, Garanzia Giovani è stata troppo spesso usata impropriamente per avere tirocini a basso costo, che in diverse zone d’Italia, ma anche in Europa, hanno rappresentato uno strumento di vero e proprio dumping contrattuale. Con il Comitato Giovani della CES abbiamo lungamente discusso di questo tema, della problematica dell’abuso dei tirocini e per queste ragioni stiamo promuovendo la campagna per fermare in tutta Europa i tirocini non retribuiti. Dal nostro punto di vista i fondi europei che vengono utilizzati per programmi come questo dovrebbero essere indirizzati al creare percorsi di qualità, in contesti di crescita professionale e apprendimento reale, ma senza mai dimenticare che il lavoro se è tale, deve essere retribuito il giusto.


Oggi più di ieri, sembra che, a tutti i livelli, i Giovani richiedano luoghi di dibattito e di rappresentanza. In buona sostanza essi chiedono di "rafforzare" e "responsabilizzare" la loro rappresentanza all'interno delle Istituzioni Pubbliche e del Sindacato. Qual è il punto di vista della CES a tal proposito?

Questo è il perno dell’azione che come Comitato Giovani CES promuoviamo. Il coinvolgimento dei giovani nel Sindacato deve essere una priorità del movimento sindacale europeo. Non solo perché i giovani hanno la volontà di fare percorsi di partecipazione alla vita pubblica, in tutti i Paesi europei, ma anche perché i giovani di oggi devono essere gli attori principali del sindacato e del sindacalismo di oggi e domani. Negli ultimi anni abbiamo promosso molte campagne volte a sensibilizzare sia i giovani ad iscriversi al sindacato e ad partecipare, sia ad aprire una discussione costruttiva dentro le Organizzazioni Sindacali di tutta Europa, sul come aprire le porte alla partecipazione giovanile. E’ un percorso ovviamente in itinere, anche perché le giovani generazioni cambiano rapidamente e il sindacato deve saper a suo volta rapidamente riuscire ad intercettare sempre nuove necessità e parole d’ordine.


Per concludere, Daniele, quali sono le buone prassi che la CES e, nello specifico, la Commissione Giovani, si pone per la tutela delle fasce più giovani e meno rappresentate?

È difficile dire una buona prassi univoca. Ogni Paese ha delle specificità e delle necessità, e una storia sindacale diversa. Però a livello europeo credo che molto sia stato fatto in questi anni dal nostro Comitato nel far comprendere le necessità dei giovani europei, e permettere una partecipazione attiva alle scelte sindacali, che significa una capacità di incidere nelle politiche che il movimento europeo promuove. Basti pensare all’approvazione, avvenuta alla Conferenza di medio termine della CES che si è tenuta a Lisbona in autunno di una norma, che il prossimo congresso dovrà confermare, che garantisce la partecipazione in tutte le delegazioni al Congresso della CES, di almeno un giovane under 35 ogni 4 membri della delegazione stessa. Un piccolo passo certo, ma un obiettivo concreto che ci eravamo dati e che sta andando nella giusta direzione, per portare i giovani under 35 ad avere una voce ancora più forte nella determinazione delle politiche del movimento sindacale europeo.