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GOL: NUOVO STRUMENTO DELLE POLITICHE ATTIVE DEL LAVORO

GOL è una progetto nazionale di politica attiva del lavoro e di ripresa dopo la pandemia, il programma di riforma è finanziato dal PNRR . ...



GOL è una progetto nazionale di politica attiva del lavoro e di ripresa dopo la pandemia, il programma di riforma è finanziato dal PNRR.

La presa in carico delle persone avverrà rivolgendosi ai Centri per l'Impiego, dove ci sarà una personalizzazione del percorso al fine di un maggiore successo individuale.

È da tempo che si attendeva che ANPAL, con la collaborazione delle Regioni e delle Province Autonome, ridefinisse interamente le modalità di presa in carico di chi si rivolge ai Centri per l'Impiego.

La delibera ANPAL del 10 maggio 2022 n. 5 racchiude in sé le nuove indicazioni operative per i servizi di politica attiva del lavoro da attuare nell’ambito del programma GOL, approvando la nuova metodologia di profilazione quantitativa e qualitativa che in via sperimentale durerà 12 mesi.

Viene sostituita, quindi, la precedente strumentazione per la “profilazione” del disoccupato/a.

Con il nuovo sistema gli operatori dei Centri per l’impiego potranno valutare il livello di occupabilità delle persone che vorranno aderire a GOL, utilizzando gli archivi esistenti, cioè quelli inseriti dalla persona stessa al momento della registrazione per la “Dichiarazione di Immediata Disponibilità” (DID) e dati comunicati dal datore di lavoro all’atto dell’attivazione o della cessazione di un rapporto di lavoro. Una modalità, dichiara ANPAL, che permetterà di definire più efficacemente la distanza dal mercato del lavoro.

Tra le novità vengono definiti gli standard dei servizi di GOL – a garanzia di tutti i beneficiari a livello nazionale da nord a sud e nell’ambito dei livelli essenziali delle prestazioni in materia di politiche attive del lavoro – e le relative unità di costo standard.

Una volta conosciute le informazioni provenienti dalla profilazione quantitativa queste vengono poi integrate, dettagliate e approfondite dagli operatori dei Centri per l’impiego attraverso un colloquio con le persone nella fase definita di profilazione qualitativa (assessment).

Questa fase è molto importante perché con il colloquio personalizzato la persona disoccupata potrà far emergere i propri bisogni, individuare e definire le proprie capacità e competenze, far conoscere le proprie esperienze, aspirazioni e disponibilità. L’operatore, attraverso una valutazione multidimensionale, riuscirà ad attribuire una più compiuta determinazione del profilo personale della persona oltre che un più efficace orientamento di base nell’individuazione dei percorsi personalizzati più idonei a migliorare l’occupabilità del lavoratore, di aggiornamento, di riqualificazione delle competenze o di attivazione della rete di supporto dei servizi territoriali.

Il patto di servizio, condiviso, definirà con la persona il percorso. I percorsi proposti sono di reinserimento lavorativo (per chi possiede buone chance di inserimento lavorativo o bisogni meno complessi), di aggiornamento (upskilling) -per colmare alcuni gap per un numero di ore della formazione necessario all’adeguamento delle competenze-, di riqualificazione (reskilling) -con una formazione più mirata al raggiungimento di un profilo richiesto dal mercato del lavoro- e di lavoro e inclusione (per bisogni più complessi dove è necessario attivare la rete dei servizi teritoriali).

Riteniamo che la caratteristica principale di GOL è la centralità del servizio, perché personalizzato, e l’attenzione anche alle persone fragili e vulnerabili.

I beneficiari di GOL rappresentano una platea ampia con potenziali caratteristiche estremamente diverse. Dai giovani NEET ai disoccupati di lungo periodo, dai lavoratori formalmente occupati ma in transizione ai lavoratori in CIGS per cessazione o ricollocazione, dai beneficiari di sostegno al reddito perché disoccupati – NASPI e DIS-COLL – a poveri, dai percettori di reddito di cittadinanza (RdC) a lavoratori autonomi che cessano l’attività. Per ogni target andranno individuati soluzioni mirate, come ad esempio nel caso di situazioni di crisi aziendali forse le possibilità occupazionali dovrebbero tener conto del contesto territoriale, della professionalità dei lavoratori coinvolti, nel tentativo di ricercare soluzioni collettive al percorso di ricollocazione da attivare.

Come CGIL - in particolare come sindacalisti dell'Orientamento al mercato del Lavoro - vigileremo è che i servizi e i percorsi siano in linea con i LEP (Livelli Essenziali delle Prestazioni) affinché l’offerta di servizi, gli strumenti e la metodologia siano omogeni e non differenti se si vive al nord o al sud del nostro paese, situazione che abbiamo constatato negli anni passati.

Ci auguriamo che il processo di assunzione di personale nei CpI possa aiutare in questo senso e che si potrà affrontare nel migliore dei modi questa nuova opportunità.