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L’ESPERIENZA CGIL E SOL NAZIONALE “IN DIRETTA” CON LA RETE DEGLI STUDENTI MEDI DI BRINDISI, UDU E CGIL LECCE

Stage, tirocini, Percorsi per le Competenze Trasversali e per l’Orientamento ( PCTO ) e tutto quell’insieme di strumenti che cercano di avvi...



Stage, tirocini, Percorsi per le Competenze Trasversali e per l’Orientamento (PCTO) e tutto quell’insieme di strumenti che cercano di avvicinare il mondo della scuola con il mercato del lavoro.

Per SOL CGIL nazionale è stata la prima esperienza Social, con diretta Facebook e Instagram, con l’obiettivo di confrontarsi con i giovani studenti dei percorsi scolastici, formativi ed universitari che hanno portato contributi, suggerimenti e proposte sull’esperienza che, in tanti, ancora definiscono “alternanza scuola-lavoro”.

L’evento “Formazione, Diritti e Sicurezza. Quale lavoro creare” organizzato dal SOL Cgil Lecce, in collaborazione tra SOL CGIL nazionale, CGIL e UDU di Lecce e Rete degli studenti medi di Brindisi si è svolta il 25 febbraio nell’Università del Salento, con la partecipazione di numerosi universitari che, da remoto, hanno interloquito ed accolto gli interventi di Tania Scacchetti, Segretaria confederale con delega alla contrattazione e mercato del lavoro per la Cgil nazionale e Mariagrazia Nicita, Responsabile nazionale SOL CGIL impegnata quotidianamente al fianco dei sindacalisti dell’Orientamento al mercato del Lavoro territoriali.

Il taglio della discussione ha voluto approfondire in particolare la questione della sicurezza degli studenti durante la partecipazione a questi percorsi obbligatori, anche alla luce delle recenti tragedie che hanno colpito Lorenzo Parrelli in Veneto e Giuseppe Lenoci nelle Marche. L’opportunità di un dialogo con rappresentanti di imprese e sindacato (c’erano anche il presidente reggente di Confindustria Lecce, Nicola Delle Donne, e la Segretaria generale della CGIL di Lecce, Valentina Fragassi, è stata pienamente colta dagli studenti. Secondo il portavoce di Rete degli studenti medi, Paolo Notarnicola, queste “esperienze pratiche”, previste dalle riforme della scuola che si sono succedute negli ultimi vent’anni, lasciano un pesante bilancio in negativo, che si traduce, molto spesso in fallimento.

Da un lato, dal punto di vista didattico, manca spesso una progettualità condivisa, nella scelta dei percorsi di alternanza tra le parti chiamate in causa, che si traduce nell’incongruità tra le esperienze pratiche ed il percorso di studi degli studenti. D’altro canto un nodo cruciale riguarda la salute e la sicurezza dei giovani coinvolti, molto spesso inconsapevoli e non formati rispetto a quelle che sono le norme da adottare nelle aziende.

Altra grave denuncia, che diventa congiunturale al tema della sicurezza, arriva dal mondo universitario, con le parole del portavoce di Udu Lecce Andrea Micoli e del rappresentante Gioele Levantaci: riguarda la salute psicologica, aggravata anche dal protrarsi dell’emergenza sanitaria e dalla trasposizione del modello competitivo anche in ambito accademico.

La crisi pandemica ha messo maggiormente in luce, in realtà, quello che è lo stato psicologico di un'intera generazione, che vede nel proprio presente e nel proprio futuro solo precarietà. Una generazione “educata” alla flessibilità ed alla concorrenza, con tutto il suo portato in termini di senso di inadeguatezza. Non è da considerare casuale in questo senso l'aumento dei suicidi giovanili, le tragiche morti di chi si è sentito fallito per non aver superato un esame o non aver portato a termine il percorso di studi.

Inoltre, si evidenzia, come rispetto alle conoscenze/competenze utili all’accesso al mercato del lavoro, il sistema italiano dell’istruzione e della formazione professionale non stia centrando gli obiettivi occupazionali sperati, anche in vista di un adeguamento delle competenze professionali.

Quale equilibrio, quindi, trovare tra istruzione, formazione professionale e mondo del lavoro? Quali nuovi modelli e nuove progettualità costruire?

Base di partenza per affrontare qualsiasi discorso è la rivisitazione del modello attualmente in vigore. L’intero sistema della formazione, in particolar modo questi strumenti di alternanza, deve essere rivisto, mettendo al primo posto e come priorità studenti e studentesse nella loro dimensione umana, non come operaio da costruire “in laboratorio”.

I nuovi percorsi sui quali discutere, oltre a ripensare una nuova progettualità in accordo con le parti sociali, devono avere come obiettivo principale la valorizzazione delle conoscenze scolastiche, la valorizzazione del percorso di studi, che si declina come una piena consapevolezza nell’accesso al mondo del lavoro. Anche sul piano dei diritti dei lavoratori.

Occuparsi di una riforma del sistema tirocini, quindi, vuol dire parlare di sicurezza in ogni suo aspetto, e di salute fisica e psicologica. Su questo tema è urgente una riflessione congiunta tra le parti politiche ed il mondo accademico. Anche il Sol può e deve fare la sua parte, a partire dalla valorizzazione e messa in rete delle buone pratiche, dando pieno sostegno nella fase di orientamento verso scelte di percorsi sani e qualificanti.

Tutto questo, al fine di chiedere riforme che rimettano a valore la persona: prima risorsa da tutelare nel sistema lavoro.