Il segretario generale della CGIL , Maurizio Landini , ha dato ufficialmente il via alla campagna referendaria in un'assemblea al PalaDo...
Il segretario generale della CGIL, Maurizio Landini, ha dato ufficialmente il via alla campagna referendaria in un'assemblea al PalaDozza di Bologna, sottolineando che il voto sui quesiti referendari rappresenta una tappa fondamentale per la difesa della dignità del lavoro e della democrazia.
Un cammino verso il cambiamento
"Anche se la data del referendum non è ancora fissata, siamo pronti a chiederne al più presto l’accorpamento con le elezioni amministrative, per ottimizzare le risorse pubbliche", ha dichiarato Landini, mettendo in luce l'importanza di una consultazione che coinvolga tutti, inclusi i "fuorisede" e gli italiani all’estero, affinché il diritto di voto sia garantito a chiunque, indipendentemente dalla propria residenza.
Il voto come strumento di rivolta
Landini ha ricordato che, purtroppo, in Italia molte persone non credono più nell’efficacia del voto, ritenendo che non cambierà mai nulla. "Il voto è una battaglia da combattere insieme", ha detto, esortando a riscoprire il valore di un diritto che è stato faticosamente conquistato e che rappresenta uno degli strumenti principali per un cambiamento reale.
Cinque quesiti per il futuro dell'Italia
Il segretario della CGIL ha ribadito come i cinque quesiti referendari possano davvero cambiare il volto del nostro Paese. "Con il referendum sulla cittadinanza, due milioni e mezzo di persone potrebbero finalmente vedere riconosciuto il loro diritto, un segnale importante di inclusione sociale". Ha anche parlato della lotta contro la precarietà e per il rafforzamento dei diritti e delle tutele contro i licenziamenti ingiusti.
Un sì per il cambiamento immediato
"Un ‘sì’ e la partecipazione al voto possono trasformare le nostre aspirazioni in realtà. Dobbiamo ascoltare le persone sfiduciate che non votano più, portare il nostro messaggio ovunque, anche nei luoghi di svago, non per fare un favore a un partito, ma per ridare dignità a chi vive in condizioni di incertezza", ha detto Landini, sottolineando l'importanza della mobilitazione collettiva.
Lotta per la democrazia
Landini ha anche criticato le visioni che negano la compatibilità tra democrazia e libertà, facendo riferimento alla retorica dei miliardari americani che sostengono Trump. "In Europa, alcuni vogliono minare la democrazia sociale, ma noi, con il referendum, vogliamo aprire una discussione più ampia su un nuovo modello di libertà, basato sulla solidarietà, i diritti e la giustizia sociale", ha aggiunto.
Un passaggio storico per il Paese
Il segretario della CGIL ha sottolineato la profondità del momento storico che stiamo vivendo. "Ci troviamo di fronte a una trasformazione radicale che potrebbe portare alla frattura tra il mondo del lavoro e la democrazia. È fondamentale recuperare la fiducia di chi sta peggio, ricostruendo il legame tra il lavoro e le persone".
La lezione del 2002
Landini ha ricordato la storica battaglia contro l'abolizione dell’articolo 18, dimostrando che anche le sfide più difficili possono essere vinte con la determinazione collettiva. "Se riusciremo a portare 25 milioni di persone a votare, possiamo davvero cambiare la storia", ha concluso, esortando i presenti a mobilitarsi per un futuro migliore.
Una battaglia per il futuro
Infine, Landini ha fatto appello all’assemblea: "Non possiamo lasciare un Paese dove la precarietà è la norma ai giovani di domani. I referendum sono l'opportunità di restituire dignità al lavoro e alla democrazia e sono fondamentali per costruire un futuro basato sull'inclusione e sulla solidarietà".
Landini ha concluso con una citazione di Sandro Pertini: "La libertà senza giustizia sociale è solo la libertà di morire di fame". Questo concetto, secondo Landini, rappresenta la base della battaglia che si sta portando avanti per un modello sociale giusto, equo e democratico.