Durante il periodo compreso tra il 2023 e il 2027 , si prevede che la principale sfida in termini di reperimento di personale riguarderà pr...
Durante il periodo compreso tra il 2023 e il 2027, si prevede che la principale sfida in termini di reperimento di personale riguarderà principalmente le professioni mediche, infermieristiche, fisioterapiche e altre figure qualificate impiegate nei servizi sanitari e sociali. Questa carenza si estenderà anche a professionisti chiave nell'ambito dell'innovazione tecnologica e della transizione digitale, come specialisti in scienze matematiche e informatiche, tecnici ICT, ingegneri e tecnici ingegneristici. Inoltre, vi sarà una richiesta significativa di operai specializzati nell'edilizia e di addetti alle attività di ristorazione.
Nel contesto della transizione ecologica e digitale, le professioni richieste nel prossimo quinquennio, per le quali potrebbero verificarsi difficoltà nel reperimento di personale qualificato, comprendono figure come ingegneri energetici, termotecnici, impiantisti termoidraulici, automation engineer, designer CAD e specialisti BIM nel settore edilizio. Nel campo dell'informatica e delle telecomunicazioni, saranno in aumento le richieste di sviluppatori software, ingegneri dei dati e specialisti della sicurezza informatica, mentre nel settore ambientale emergono figure come sviluppatori full stack, project manager IT e ingegneri ICT, data l'interconnessione tra le due transizioni.
Nel settore della meccatronica, dell'ottica e della robotica, saranno richiesti progettisti meccanici, automation engineer, tecnici specializzati nelle certificazioni energetiche, ingegneri della qualità dei fornitori e site engineer.
Nel settore della mobilità e della logistica, si evidenziano figure come tecnici ambientali, ingegneri dei processi, ingegneri di supporto sul campo e pianificatori materiali, mentre nel settore agroalimentare sono richiesti specialisti in packaging, analisti chimici e esperti di marketing.
Si stima che tra il 2023 e il 2027, il 34,3% delle nuove posizioni lavorative richiederà una formazione terziaria (universitaria o professionale), mentre il 48,1% richiederà una formazione secondaria superiore di tipo tecnico-professionale.
In particolare, si prevede una carenza di laureati nel settori medico-sanitario (circa 12.000 laureati all'anno), economico-statistico (circa 8.000 all'anno) e nelle discipline STEM (circa 6.000 all'anno). Le carenze più significative si osservano nelle scienze matematiche, fisiche, informatiche e ingegneristiche. Nonostante l'offerta formativa complessiva, si prevede che solo il 60% della domanda potenziale possa essere soddisfatta nel prossimo quinquennio, con livelli di discrepanza particolarmente critici nei settori dei trasporti e della logistica, delle costruzioni, del sistema moda, della meccatronica, della meccanica e dell'energia.
Nel periodo maggio-luglio 2023, sono previste 1.547.540 nuove assunzioni, ma il 46% delle posizioni rimarrà vacante a livello nazionale. Le maggiori opportunità lavorative si concentreranno nel Nord Ovest (129.260 posizioni) seguito dal Sud e dalle Isole (125.770 posizioni), con percentuali di difficoltà di reperimento del personale che variano dal 43,4% al 50,5%.
Tra maggio e luglio 2023, le opportunità di lavoro saranno maggiori nei settori della meccatronica (circa 66.000 posizioni), della metallurgia (circa 53.000), dell'agroalimentare (circa 45.000) e della moda (circa 29.000). Anche il settore delle costruzioni prevede un aumento delle opportunità di lavoro, con circa 132.000 nuove assunzioni (+25,8%). I servizi rappresenteranno una domanda significativa di lavoratori, con circa 335.000 posizioni disponibili a maggio e oltre 1,1 milioni entro luglio. Inoltre, rimane elevata la domanda nel settore del turismo, del commercio e dei servizi alle persone.
Alla luce di questi dati forniti da Eures, lo scenario presente e futuro del mercato del lavoro appare ben delineato, così come è piuttosto facile intuire le problematiche che possono conseguire da una tendenza di questo tipo rispetto all'incontro tra domanda e offerta: se da un lato, per quanto riguarda le professioni relative all'innovazione tecnologica e alla transizione digitale, le difficoltà sono senz'altro legate all'alto livello di preparazione e formazione – giustamente – richieste; dall'altro, soprattutto nel settore terziario, le condizioni economico contrattuali spesso precarie o addirittura non regolari, spesso denunciate (si pensi al settore del turismo estivo) non rendono certamente le cose più facili.
In una realtà del mercato del lavoro di questo tipo il ruolo dell'orientamento e la figura stessa dell'orientatore giocano e giocheranno un ruolo chiave, saranno determinanti tutta una serie di pratiche e di competenze che, come SOL CGIL, noi siamo convinti essere imprescindibili nel sostegno e nella tutela di tutte quelle persone che sono impegnate nella ricerca attiva del lavoro e che si recano presso le nostre sedi o ci contattano da remoto.
Identificazione delle opportunità emergenti. L'orientatore deve aiutare i lavoratori a comprendere le tendenze del mercato del lavoro e a individuare i settori in crescita nei vari territori; la transizione ecologica e digitale ad esempio non devono essere ostacoli ma bacini di possibilità occupazionali.
Sviluppo delle competenze richieste. Basandosi sui dati che indicano le carenze di personale in determinati settori e professioni, l'orientatore può fornire consigli su quali competenze acquisire per essere competitivi sul mercato del lavoro. Ad esempio, potrebbe consigliare corsi di formazione specifici per diventare ingegneri energetici o specialisti BIM, settori in cui si prevede una forte domanda.
Consulenza specifica. Considerando le previsioni sulle carenze di personale e i profili di competenza richiesti, l'orientatore deve comprendere che le persone in transizione (lavorativa e non solo) hanno tutte storie e background diversi, quindi la consulenza ai lavoratori su quali carriere perseguire deve essere sempre personalizzata tenendo conto delle loro competenze, abilità, interessi e aspirazioni, al fine di massimizzare le probabilità di successo sul mercato del lavoro.
Interazione con le aziende. Stabilire contatti con le aziende da un lato per comprendere meglio le loro esigenze di personale e dall'altro per incentivarle a sviluppare programmi di formazione (anche attraverso i fondi della bilateralità) o percorsi di carriera che preparino i lavoratori alle opportunità di lavoro disponibili. Favorire sessioni trasparenti di reclutamento e di presentazione delle aziende per far conoscere ai lavoratori le opportunità di lavoro disponibili.
Alfebetizzazione e formazione sindacale. Noi siamo la CGIL e per noi la cosa più importante è la cultura del lavoro, il lavoro conferisce dignità alla persona solo quando è di qualità, regolare, che rispetti i CCNL, le tutele e i diritti. Per questo, abbiamo il dovere di formare e informare in materia contrattuale, normativa e legislativa tutte le persone che accompagniamo nelle transizioni e nella ricerca del lavoro; far sviluppare loro la consapevolezza dei propri diritti e dei propri doveri: persone e lavoratori in grado di saper distinguere un contratto regolare da uno irregolare, una proposta di lavoro seria da una truffa. Diffusione e promozione della cultura del lavoro, appunto, come strumento di contrasto alle irregolarità e all'illegalità.
All'interno della CGIL, il ruolo dell'Orientamento al lavoro, del SOL, se esercitato sviluppando sinergie costanti con il livello confederale, con le federazioni di categoria e con il sistema servizi, creando reti con il sistema scolastico piuttosto che con l'associazionismo di settore, può essere una risorsa enorme per la nostra organizzazione non solo in meri termini di servizio alla persona, ma svolgere una funzione sociale e politica di primo piano, per non parlare in termini di proselitismo e di continuità nel tesseramento.