Il rinnovo dei contratti, la crescente precarietà e la necessità di una politica economica equa rappresentano i temi fondamentali che hanno ...
Il rinnovo dei contratti, la crescente precarietà e la necessità di una politica economica equa rappresentano i temi fondamentali che hanno visto la CGIL impegnata e protagonista - nelle piazze ma non solo - negli ultimi mesi.
Le nostre rivendicazioni sono figlie del mancato rinnovo dei contratti per oltre 12,5 milioni di lavoratori, distribuiti tra il settore pubblico e privato; dell'aumento del lavoro precario, con solo il 16,5% dei contratti attivati nello scorso anno che presenta caratteristiche di stabilità con la crescente diffusione del part-time involontario e dell'evasione legale tramite il concordato preventivo biennale.
La richiesta della CGIL al governo di ritirare la delega sul lavoro riflette il timore di possibili reintroduzioni di gabbie salariali e modifiche contrattuali senza il coinvolgimento delle parti sociali. E così come sottolineato dal segretario generale Maurizio Landini il sindacato esprime forte preoccupazione riguardo all'assenza di coinvolgimento dei rappresentanti sindacali nelle decisioni cruciali prese dal governo.
La CGIL ribadisce la necessità che i contratti nazionali abbiano valore di legge e che i minimi retributivi siano estesi a tutti i lavoratori. L'auspicio è la definizione di un salario orario minimo in grado di contrastare l'ampia diffusione di contratti considerati "pirata". Inoltre, nell'attuale contesto di inflazione (prevista del 17% tra il 2022 e il 2024) governo e imprese dovrebbero sostenere i rinnovi dei contratti, suggerendo anche la detassazione degli aumenti contrattuali.
In questo scenario, per coloro che cercano attivamente lavoro le ricadute possono essere molteplici, ma alcune sono particolarmente rilevanti.
Precarietà e incertezza occupazionale: la crescita del lavoro precario e la difficoltà nel rinnovo dei contratti possono rendere il percorso di ricerca del lavoro più complesso, con candidati che potrebbero trovarsi a dover accettare condizioni contrattuali meno favorevoli.
Offerte di lavoro instabili: l'esplosione del lavoro precario potrebbe comportare una maggiore frequenza di offerte di lavoro a termine o con condizioni contrattuali meno stabili, mettendo a rischio la sicurezza occupazionale.
Redditi più bassi: la pressione inflazionistica e la difficoltà nel negoziare salari migliori possono tradursi in redditi più bassi per i nuovi assunti o per chi è alla ricerca di un nuovo impiego.
Competizione eccessiva: L'aumento del numero di lavoratori precari potrebbe generare una maggiore concorrenza per le posizioni aperte, rendendo la ricerca del lavoro più competitiva.
Per questo, come SOL CGIL, siamo a disposizione di tutte quelle persone che attraversano periodi transizione, ma non solo, fornendo supporto concreto nelle attività di ricerca attiva del lavoro che in un contesto del genere riteniamo imprescindibili. Due su tutte.
Aggiornamento delle competenze: investire nel miglioramento delle proprie competenze può rendere un candidato più attraente per i datori di lavoro e più adattabile a un mercato del lavoro in evoluzione.
Ricerca mirata e consapevole: concentrarsi su settori o aziende che mostrano maggiore stabilità occupazionale può essere una strategia efficace per ridurre il rischio di precarietà ; essere preparati e consapevoli delle condizioni contrattuali è essenziale. La conoscenza del panorama salariale e delle condizioni di lavoro del settore può favorire chi è alla ricerca di lavoro.
In definitiva, il contesto economico e sociale attuale non è certo dei più rosei e può influenzare significativamente il percorso di ricerca del lavoro, ma a maggior ragione siamo convinti che l'adozione di strategie e approcci mirati può aiutare a mitigare gli effetti negativi e massimizzare le opportunità disponibili.