Il 2023 è l’ Anno Europeo delle Competenze ( European Year of Skills ), che mira a sensibilizzare e motivare una visione più accurata del c...
Il 2023 è l’Anno Europeo delle Competenze (European Year of Skills), che mira a sensibilizzare e motivare una visione più accurata del capitale e del valore umano: migliorare ed adeguare le competenze per accrescere la qualità del lavoro in tutte le sue forme.
In buona sostanza l’Unione Europea ci ricorda che il mondo del lavoro è in una fase di profondo e rapido cambiamento, un'evoluzione che accelera in proporzione e dimensione rispetto agli ultimi 20 anni, e che per trovare lavoro, inteso come spazio significativo di vita, bisogna investire sul bene più prezioso: la conoscenza applicata.
Oggi, più di ieri, anche a causa delle riforme che hanno messo in vigore una politica di estrema flessibilità all'interno del mercato del lavoro, facendo evolvere e cambiare radicalmente il concetto stesso di durata e di permanenza, viene dato un significato completamente nuovo: il lavoro, inteso come luogo fisico di appartenenza e di durata fino all’età pensionabile, lascia spazio ad un'idea di adattabilità e cambiamento, in cui una determinata mansione deve essere rivista, rivisitata ed adattata in vari contesti, ormai con una permanenza sempre meno certa e sicura.
Accanto a questo concetto prende vita anche una nuova concezione della formazione, intesa come un esperimento di sinergia tra conoscenze e competenze, le quali a loro volta sono da dividere in Competenze Tecniche (Hard Skills – il “saper fare applicato ad un contesto lavorativo”) ed in Competenze Trasversali ed Umane (Soft Skills – l’insieme di quelle abilità che, sicuramente innate, migliorano e si fortificano nei vari contesti lavorativi ed anche sociali), le quali concorrono nel processo di miglioramento e diversificazione delle mansioni.
Le Skills, quindi, non sono altro che il frutto del percorso formativo che comincia ai tempi della scuola e si sviluppa grazie ad una formazione sempre più settorializzata ed accompagna i lavoratori e le lavoratrici durante tutto l’arco della vita (in questo caso si parla, appunto, di LifeLong Learning) e dunque lo strumento attraverso il quale si rende sempre più solida la possibilità della persona di poter lavorare con competenza e qualità , divenendo quel valore aggiunto all’interno dell’Azienda.
Come accennato in premessa questa nuova visione diviene veramente importante, ed è da considerare condizione imprescindibile in un mercato del lavoro che profondamente ha modificato le sue regole ed i contenuti delle sue attività , chiedendo, in buona sostanza, alle persone di muoversi all’interno di uno spaccato che dalle lingue fino ad arrivare alla competenza informatica e digitale crea una predominanza nei vari settori merceologici.
Ecco perché è molto importante che la Commissione Europea abbia dedicato un intero anno alle SKILLS: un momento di riflessione e di impegno, rivolto ai singoli Stati Membri ed ai cittadini, che richiami in un nuovo slancio l’idea di formazione nelle sue varie accezioni: qualificazione, aggiornamento e riqualificazione.
Bisogna che le Istituzioni e gli attori più periferici diano delle linee guida per organizzare una progettualità nella formazione che sappia mettere insieme le esigenze dei percorsi di istruzione di tipo tradizionale, con quelle del mercato del lavoro, per meglio avvicinare le esigenze di domanda” ed offerta.
Riconoscere l’importanza delle competenze sia a livello tecnico sia a livello umano gioca un ruolo molto importante, inoltre, rispetto al fenomeno delle transizioni: dalla green economy al digitale nel prossimo futuro bisognerà governare la trasferibilità delle competenze attraverso una formazione che sappia essere duttile e rispondere a necessità di carattere organizzativo , rimettendo al centro la figura del lavoratore che oltre ad essere più garantito diviene il vero valore aggiunto dell’azienda, in qualunque contesto operi.
È necessaria, a questo punto, una vera compartecipazione degli obiettivi: formare per valorizzare.
Se ben agita questa sinergia potrebbe invertire una forte tendenza alla dismissione e all obsolescenza dalla mansione, guardando da un lato alla migliore risposta in ambito occupazionale, e dall’altro alla valorizzazione del capitale umano.