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MINACCIA BELLICA: COSTITUZIONE, BIODIVERSITÀ ED ECOSISTEMI PER UNA TRANSIZIONE E UN’OCCUPAZIONE GIUSTE, EQUE E SOSTENIBILI

Le tensioni sociali e la guerra in corso tra la Russia e l’ Ucraina - auspicando la conclusione immediata del conflitto – porteranno inevi...


Le tensioni sociali e la guerra in corso tra la Russia e l’Ucraina - auspicando la conclusione immediata del conflitto – porteranno inevitabilmente danni economici diretti ed indiretti alle persone e ai Paesi europei, ma non solo.

L’Italia, in particolare, ha forti legami con i cittadini di entrambi i Paesi coinvolti, da un lato per i nostri connazionali impegnati in quei territori, dall’altro per le lavoratrici e i lavoratori russi e ucraini che operano nelle case e nelle aziende del nostra penisola.

Nella fase di dismissione delle miniere di carbone per la transizione nazionale verso l’utilizzo di impianti a gas, l’Italia si è resa via via dipendente dalla Russia fino a raggiungere l’attuale 48% d’importazione per rispondere al fabbisogno di famiglie e imprese.

La riflessione sull’innovazione e l’introduzione di nuovi sistemi di riscaldamento e produzione di energia, era già in atto - da anni - nel nostro Paese che per posizionamento e conformazione geografica, oltre alla presenza di elementi naturali quali il vento e le catene montane, possono consentirne la transizione.

Questo mese lo ricorderemo per decisioni importanti per i “cittadin* del Mondo”: il 24 febbraio come scoppio della guerra tra Russia e Ucraina; l’8 febbraio il Parlamento Italiano ha approvato l’inserimento nella Legge Costituzione della tutela alla biodiversità ed ecosistemi, modificandone l’articolo 9 e l'articolo 41, ponendo maggiore attenzione anche agli animali.

In virtù di quest’approvazione parlamentare, il 22 febbraio 2022 è stata pubblicata la legge costituzionale 11 febbraio 2022, n. 1, che inserisce la tutela dell'ambiente tra i princìpi fondamentali della Costituzione. Terza legge di modifica della Costituzione approvata nel corso della XVIII legislatura.

In sintesi, la Natura entra in Costituzione: la Carta fondamentale della Repubblica recepisce una sensibilità per l'ambiente ormai diffusa tra i cittadini e nella giurisprudenza. Nel 1948, emergenze come quella climatica non erano immaginabili e le priorità dei padri fondatori e delle madri fondatrici erano altre. Inserirono nell'articolo 9 la tutela del "paesaggio e del patrimonio storico ed artistico della Nazione", ma niente di più. Qualche giorno fa, l'8 febbraio, alla fine di un iter durato quasi tre anni, con i previsti quattro voti tra Camera e Senato, il Parlamento ha approvato in via definitiva la proposta di legge costituzionale che colma una lacuna storica e aggiunge un lascito per le generazioni future.

Ecco come cambiano i due articoli.

Articolo 9 “La Repubblica promuove lo sviluppo della cultura e la ricerca scientifica e tecnica. Tutela il paesaggio e il patrimonio storico e artistico della Nazione. Tutela l'ambiente, la biodiversità e gli ecosistemi, anche nell'interesse delle future generazioni. La legge dello Stato disciplina i modi e le forme di tutela degli animali.”

Articolo 41 “L'iniziativa economica privata è libera. Non può svolgersi in contrasto con l'utilità sociale o in modo da recare danno alla sicurezza, alla libertà, alla dignità umana, alla salute, all'ambiente. La legge determina i programmi e i controlli opportuni perché l'attività economica pubblica e privata possa essere indirizzata e coordinata a fini sociali e ambientali.”

"...Questa riforma è un impegno solenne - e giustamente gravoso - per il presente e per il futuro, che deve trovare realizzazione legislativa e diventare un abito di comportamento collettivo. Lasciarla sulla carta, non prenderla sul serio, significherebbe, tristemente, che politici e cittadini non prendono sul serio se stessi" (Carlo Galli, la Repubblica 9 febbraio 2022)

Come SOL CGIL auspichiamo che le modifiche Costituzionali sulla tutela della biodiversità ed ecosistemi, clima e sostenibilità siano spunti valoriali sui quali impegnarsi per elaborare proposte - anche – con le risorse disponibili sul PNRR.

Servono, a nostro avviso, progetti che favoriscano la regolarità, la legalità e la sicurezza nei luoghi di lavoro, misure a favore dell’occupazione e della formazione permanente e continua che puntino alla valorizzazione e sviluppo delle competenze, anche la sperimentazione del libretto formativo del cittadino.

Riteniamo che la guerra tra Russia e Ucraina deve essere fermata sia nel rispetto dei diritti umanitari per i civili, vittime di scelte autoritarie di pochi; che per riequilibrare fenomeni politico-economici ed occupazionali che alimenteranno le difficoltà in tutta Europa (e nel Mondo).

A tal proposito, anche Papa Francesco nell’omelia di ieri ha ripreso l’aspetto valoriale con il quale le madri ed i padri costituenti hanno definito tra i principi fondamentali, articolo 11 “L’Italia ripudia la guerra come strumento di offesa alla libertà degli altri popoli e come mezzo di risoluzione delle controversie internazionali; consente, in condizioni di parità con gli altri Stati, alle limitazioni di sovranità necessarie ad un ordinamento che assicuri la pace e la giustizia fra le Nazioni; promuove e favorisce le organizzazioni internazionali rivolte a tale scopo

Come sindacalisti dell’orientamento al mercato del lavoro, riteniamo importante impegnarci per i giovani e la trasmissione delle conoscenze. Lo dobbiamo alle nuove generazioni che in questo momento ci seguono nelle piazze, dalle scuole e manifestano per la solidarietà e la pace ma chiedono il rispetto costituzionale dei diritti fondamentali, tra questi il lavoro, lo studio e la salute personale, collettiva e nelle imprese che devono mettere a disposizione sicurezza, formazione e trasmissione dei saperi sperimentando processi di staffetta generazionale tra lavoratori, lavoratici e giovani/nuovi-ingressi nei luoghi di lavoro.