Stefano Innocenti è Psicologo del lavoro, Formatore Esperienziale, HR Trainer e selezionatore di grande esperienza. La sua – quasi ventenna...
Stefano Innocenti è Psicologo del lavoro, Formatore Esperienziale, HR Trainer e selezionatore di grande esperienza. La sua – quasi ventennale - attività professionale spazia dalla progettazione ed erogazione di attività formative all’Orientatamento e alla consulenza di carriera, dagli interventi sullo sviluppo ed il potenziamento delle competenze trasversali a quelli che riguardano skill e strumenti manageriali mirati. Collabora sia con soggetti pubblici che privati e fonda la sua attività professionale sulla formazione esperienziale. Abbiamo avuto il piacere e la fortuna, come SOL CGIL, di potergli inoltrare tre delle domande che ci rivolgono più spesso, convinti che le sue indicazioni potranno rivelarsi preziose per molti.
Nella ricerca di lavoro, “tanto” è di solito nemico di “bene”: non servirà effettuare molte candidature, se fatte con la logica del “proviamo anche questa, male che vada non mi rispondono”. Meglio invece “mirare” l’invio, personalizzando il curriculum e la lettera di presentazione, anche sulla base dell’azienda che lo riceverà , e non trascurare le autocandidature.
Ho partecipato a un colloquio di lavoro una settimana fa, mi hanno detto “le faremo sapere” ma non ho più avuto riscontri. Devo chiamare io?
Specialmente in questo momento, i tempi della selezione possono “dilatarsi” per mille motivi, spesso imprevedibili. Una settimana è davvero poco tempo, magari dopo 15-20 giorni è possibile provare un ricontatto nel modo giusto, ad esempio attraverso LinkedIn andando a cercare direttamente la persona con cui si è avuto il colloquio.
Sono laureata ma accetterei qualsiasi tipo di lavoro. Devo escludere dal curriculum i
miei titoli di studio?
No, non ha senso e lascerebbe dei periodi “vuoti” difficilmente motivabili. Molto meglio specificare perché interessati a svolgere quel lavoro, quali capacità ed esperienze precedenti ci permettono di svolgerlo al meglio. Senza dimenticare che la motivazione è importante: a nessuno piace pensare che la prossima persona ad entrare in azienda farà quel lavoro “per ripiego”, in attesa di trovare qualcosa che le piaccia davvero.