Il Comitato nazionale dell’ ANPI - Associazione Nazionale Partigiani d’Italia - ha lanciato un forte appello rivolto a tutte le forze democ...
Il Comitato nazionale dell’ANPI - Associazione Nazionale Partigiani d’Italia - ha lanciato un forte appello rivolto a tutte le forze democratiche, alle istituzioni, e a ogni persona di buona volontà affinché si attivino concretamente per fermare la drammatica escalation di violenza che sta portando allo sterminio dei palestinesi nella Striscia di Gaza. In un comunicato emesso il 23 marzo 2025, l’ANPI ha denunciato la ripresa violenta delle operazioni militari da parte delle forze armate israeliane, accusando il governo israeliano di un crimine contro l'umanità in corso, che sta avvenendo tra il silenzio internazionale.
Secondo il Comitato nazionale dell’ANPI, le azioni israeliane non solo stanno provocando migliaia di morti e feriti tra la popolazione palestinese, ma sembrano seguire un piano sistematico volto a deportare i palestinesi da Gaza, o peggio, a massacarli. "Questa tragedia sta avvenendo in uno sconvolgente silenzio internazionale", hanno affermato i membri dell’associazione, sottolineando la preoccupante passività dell'Unione Europea e dell'Italia, nonostante le violazioni palesi dei diritti umani in corso.
L'ANPI ha anche evidenziato che, sebbene l’opinione pubblica israeliana più sensibile stia iniziando a ribellarsi contro queste azioni, il governo israeliano sembra determinato a portare avanti un'operazione che non mostra segni di fermarsi. La situazione è ulteriormente complicata dal fatto che i negoziati per la liberazione degli ostaggi israeliani sono stati interrotti, con il governo israeliano che ha interrotto il percorso di tregua in corso, aggravando la crisi.
Il Silenzio Internazionale e la Responsabilità Storica
L'appello dell’ANPI denuncia con forza la posizione passiva dell'Italia e dell'Unione Europea, le cui risposte al massacro in corso sono state insufficienti e tardive. "Il silenzio delle istituzioni europee e italiane di fronte a questo orrore è una responsabilità storica che non può essere ignorata", si legge nel comunicato, che accusa l'Europa di un'inaccettabile doppiezza nella sua politica estera. Secondo l'ANPI, esistono due pesi e due misure: uno per le potenze che violano i diritti umani con impunità , e uno per gli altri, verso cui vengono adottate politiche dure e sanzionatorie.
Il comitato ha anche sollecitato l’Italia e l’Unione Europea ad adottare misure concrete per fermare questa violenza, tra cui la cessazione dell'invio di armi verso Israele e la sospensione di ogni accordo commerciale con lo Stato israeliano. L'articolo 2 del trattato di associazione tra l’Unione Europea e Israele, infatti, prevede che tutte le relazioni commerciali siano subordinate al rispetto dei diritti umani. Per questo motivo, l’ANPI ha chiesto una "fermissima dichiarazione ai diplomatici israeliani", in cui vengano condannate senza esitazione le azioni del governo di Tel Aviv.
Un Appello per la Giustizia e la Pace
L’ANPI ha concluso il suo comunicato invitando tutte le forze democratiche a unirsi per fermare questa "orribile spirale di violenza" e per lavorare insieme verso una soluzione pacifica e giusta. Il comitato ha ribadito che la lotta per la pace, la giustizia e i diritti umani non può essere lasciata solo ai palestinesi, ma deve coinvolgere tutti coloro che credono in un mondo migliore, libero da guerre e violenze.
La CGIL e i SOL CGIL al fianco dell’ANPI
Ovviamente, come CGIL e come Sol CGIL, ci uniamo con fermezza e solidarietà all’appello dell’ANPI. Siamo convinti che la lotta per i diritti umani e per la pace debba essere condivisa da tutte le organizzazioni democratiche e da tutte le persone che credono in un futuro giusto e libero dalla violenza. Per questo, sosteniamo le richieste di fermare il massacro in corso e di adottare misure concrete per porre fine a questa tragedia umanitaria.
L’ANPI ha infine esortato le istituzioni italiane ed europee ad agire con urgenza per fermare il massacro in corso e chiedere un cambiamento radicale nella politica estera che, ad oggi, ha tollerato troppo a lungo le violazioni dei diritti umani in Medio Oriente.