CGIL e UIL , in queste settimane, con lo sciopero generale hanno riempito le piazze assieme a lavoratrici, lavoratori, pensionate, pensiona...
CGIL e UIL, in queste settimane, con lo sciopero generale hanno riempito le piazze assieme a lavoratrici, lavoratori, pensionate, pensionati, giovani e studenti. Uno sciopero strutturato su base territoriale e regionale, la cui prima data è stata il 17 novembre per le regioni del centro Lazio, Abruzzo, Toscana, Marche, Umbria e Molise, a seguire il 20 in Sicilia, il 24 le regioni del nord, il 27 in Sardegna e il primo di dicembre le regioni del sud.
Gli obiettivi sono da un lato sensibilizzare l’opinione pubblica sulle criticità della legge di bilancio rispetto a tutte le problematiche che non intende affrontare e a quelle che invece affronta in modo iniquo e peggiorativo nei confronti di tutte le classi sociali; dall’altro chiedere al Governo e alle Istituzioni territoriali di assumere provvedimenti, a partire da quelli in materia di lavoro - salari, contratti, precarietà - e di politiche industriali, sicurezza sul lavoro, fisco, previdenza e rivalutazione delle pensioni, istruzione e sanità , necessari a ridurre le diseguaglianze e a rilanciare la crescita.
Salari, contratti, sanità , istruzione, fisco, pensioni, Mezzogiorno, sviluppo, giustizia sociale, disoccupazione e crisi aziendali. È necessario rilanciare le politiche industriali, infrastrutturali e per la ricerca. Non ci si meraviglia che l’Istat certifica che l’Italia è a crescita zero.
Moltissimi i giovani e gli studenti presenti nelle piazze che chiedono un presente e un futuro senza precarietà : la legge finanziaria non fa nulla per migliorare questo, anzi rende ancora più incerto il loro futuro lavorativo e non solo. Sono sempre di più le ragazze e i ragazzi, tanti anche i laureati, che emigrano sicuri di trovare un lavoro stabile, ben retribuito e con prospettiva di carriera. Nella manovra del Governo, inoltre, mancano le risorse per il diritto allo studio per poter arginare il problema della dispersione scolastica e far si che i giovani non accrescano il dato numerico della categoria dei Neet.
Ci preoccupa anche l’aumento dei lavoratori poveri, precari o sottopagati, provenienti in prevalenza da famiglie con basso livello di istruzione e rassegnati a non farcela. Secondo l’indicatore specifico dell’Istat, su un totale di 23,3 milioni di occupati oggi ne risultano a rischio povertà circa 2,7 milioni.
Per SOL CGIL l’investimento prioritario è quello sul lavoro che deve essere regolare, sicuro, stabile e retribuito come previsto dalla contrattazione e dalle normative, nel rispetto della dignità delle lavoratrici e dei lavoratori che si impegnano quotidianamente nel lavoro, formazione e aggiornamento delle loro competenze in linea con le innovazioni, la sostenibilità e la digitalizzazione.