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TIROCINI DI QUALITÀ NELL’UNIONE EUROPEA: RICHIESTA DI NUOVE REGOLE ANTI-SFRUTTAMENTO

Il 14 Giugno 2023 il Parlamento europeo , tramite una Risoluzione di iniziativa legislativa, ha invitato la Commissione Occupazione e Affa...


Il 14 Giugno 2023 il Parlamento europeo, tramite una Risoluzione di iniziativa legislativa, ha invitato la Commissione Occupazione e Affari Sociali a proporre una direttiva per stabilire standard minimi di qualità per i tirocini e ad aggiornare il Quadro di qualità per i tirocini del 2014.

La necessità di tenere alta l’attenzione sulla promozione di tirocini di qualità nasce dai risultati di un’indagine Eurobarometro che, intervistate online 26.334 persone di età compresa tra i 18 e i 35 anni provenienti da tutti gli Stati membri dell'UE, ha sottolineato come quattro giovani intervistati su cinque (78%) hanno svolto almeno un tirocinio e per uno su cinque (19%) la prima esperienza lavorativa è stata un tirocinio. Sette persone su dieci (68%) hanno trovato un lavoro a seguito di un tirocinio e, di questi, più della metà (39%) ha firmato un contratto con lo stesso datore di lavoro. Inoltre, dall’ultimo Rapporto di monitoraggio dell’Anpal, emerge che tra il 2019 e il 2021 sono stati attivati oltre 910 mila tirocini extracurriculari. Nello stesso periodo quasi 782 mila persone sono state coinvolte in un’esperienza del genere, poco più di 297 mila imprese hanno ospitato almeno uno stagista. Ciò significa che i tirocini sembrano rappresentare uno degli strumenti più frequentemente individuati per sostenere l’inserimento o il reinserimento lavorativo con il rischio costante, però, di diventare una vera e propria occasione di sfruttamento e precariato.

Per questi motivi, come SOL CGIL riteniamo interessante e utile condividere le regole presentate dal Parlamento e quali sono gli aspetti intorno ai quali esse ruotano:

accesso a un'adeguata compensazione da parte dei tirocinanti in linea con il costo della vita;

accesso alla protezione sociale da parte dei tirocinanti conformemente ai regimi nazionali;

maggiore accesso ai tirocini da parte di tirocinanti provenienti da contesti vulnerabili, tra cui tirocinanti con disabilità;

luoghi di lavoro accessibili;

obiettivi di apprendimento chiari e accesso a un tutoraggio adeguato e alla guida di tutor formati per garantire il trasferimento di competenze intergenerazionale,

in cooperazione con gli ispettorati nazionali del lavoro e le autorità competenti, segnalazione delle irregolarità e di condizioni inadeguate nel corso del tirocinio tramite canali di comunicazione definiti.

Uno dei presupposti più importanti che sta alla base di queste direttive è che i tirocini di bassa qualità, in particolare quelli con scarsi contenuti di apprendimento, non portano all'occupabilità del tirocinante e non apportano vantaggi a nessuna delle parti. Inoltre, come SOL CGIL, riteniamo necessario ricordare che quando parliamo di tirocini, a prescindere dalle varie tipologie esistenti, facciamo riferimento a un periodo di orientamento e di formazione, svolto in un contesto lavorativo e volto all'inserimento nel mondo del lavoro, si legge sul sito del ministero del Lavoro. E ancora il tirocinio è una misura di politica attiva, finalizzata a creare un contatto diretto tra il soggetto ospitante ed il tirocinante allo scopo di favorire l'arricchimento del bagaglio di conoscenze, l'acquisizione di competenze professionali e la sperimentazione in modo concreto della realtà lavorativa.

Fondamentale è la componente di apprendimento e formazione che ogni tirocinio dovrebbe contenere, facendo così migliorare l’occupabilità del soggetto coinvolto e facilitando la transizione verso un’occupazione stabile.

Il tirocinio dunque, non configurandosi come un rapporto di lavoro, rappresenta principalmente un'esperienza di apprendimento e non dovrebbe sostituire posizioni di livello base.

L’attenzione dell’Europa su questo tema rappresenta un passo importante anche nell'ottica di svolgere costantemente un’azione di contrasto agli abusi di tirocini che talvolta nascondono un lavoro subordinato, segnalando le irregolarità e rivendicando, nel caso ci fossero i presupposti, un rapporto di lavoro dipendente.

Non solo, nell’articolo “Basta allo sfruttamento dei giovani e agli stage non pagati, verso una legge europea grazie al voto dell’Europarlamento” della Repubblica degli Stagisti Marianna Lepore commenta così questo risultato: “bisognerà vedere cosa succederà adesso in Commissione, e quale sarà il prodotto finale. Intanto però vale la pena di festeggiare: perché finalmente il Parlamento europeo può dire di aver ascoltato. Di aver teso una mano ai giovani e di aver deciso, dopo gli anni bui della pandemia, di andar loro incontro, difendendo i loro diritti” (cliccate qui per approfondire).

Come SOL CGIL invitiamo chiunque avesse dei dubbi sulla genuinità del proprio tirocinio o, in generale tutti coloro che ne stanno iniziando uno, a rivolgersi alla sede più vicina per avere maggiori informazioni in merito alla normativa che regola stage e tirocini, per accrescere conoscenza e consapevolezza rispetto agli elementi che, invece, caratterizzano la subordinazione di un vero e proprio rapporto di lavoro.